"Troppa corruzione in Italia, penultima nell'Eurozona". Così intitolava Il Sole 24 Ore del 2 dicembre 2011 a corredo dei dati sulla corruzione che annualmente vengono diffusi dall'Ong Transaperncy Internacional.
Nel 2011 l'Italia, al sessantanovesimo posto su 182 Paesi presi in esame (nel 2010 eravamo al 67° posto), nella Ue fa meglio solo della Grecia (80esima), e di Romania e Bulgaria nella lotta alla corruzione. Su una scala da zero (massimo livello di corruzione percepita) a dieci, l'ong tedesca che annualmente pubblica il rapporto ha assegnato all'Italia 3,9 punti e ad Atene 3,4, entrambe molto vicine alla Cina, settantacinquesima. In pratica, a leggere la classifica, l'Italia è un paese corrotto.
A venire presa in considerazione non è la corruzione reale, spesso non tracciabile e difficile da quantificare, quanto quella percepita. Vengono dunque analizzati sondaggi di opinione, il livello di accesso alle informazioni da parte della popolazione locale, i casi più eclatanti di appropriazione indebita e tangenti, l'efficacia delle leggi anti-corruzione. In base a tutte queste informazioni, la Ong assegna a ogni nazione il suo Indice di corruzione percepita.
Si va da 10, che indica un paese onesto, fino a zero, sintomo di una corruzione diffusa. L'Italia, che nella classifica si posizione al 69esimo posto, porta a casa solo 3,9 punti (contro i 4,6 del 2008) e si trova messa peggio di paesi come il Ghana, la Slovacchia e il Montenegro. In cima alla classifica (dunque i paesi meno corrotti) ci sono Nuova Zelanda, Danimarca e Finlandia. La maggior parte dei Paesi arabi occupa la parte più bassa della classifica, con rating inferiori a 4. In fondo, le nazioni dove dominano guerra o dittature, Corea del Nord, Myanmar, Somalia e Afghanistan.
Non mancano certo le sorprese. Infatti, non sono sempre i paesi più poveri quelli nei quali domina la corruzione. Nella classifica di Transaperncy Internacional, infatti, nazioni relativamente benestanti, come la Russia, si trovano molto in basso, mentre altre nazioni decisamente più povere, come Botswana, Bhutan, Capo Verde e Ruanda risultano più onesti (classificandosi meglio dell'Italia).
Di tutti i paesi presi in considerazione ben due terzi raccolgono meno di cinque punti, sintomi di una grave corruzione e soprattutto i paesi più colpiti dalla crisi, come la Grecia, vedono la propria posizione peggiorare.
La ricerca non ha solo un valore statistico. Stilata ormai dal 1995 la classifica viene letta con grande attenzione sia dagli economisti che dai più grandi investitori.