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Cittadinanzattiva su richiamo Commissione UE su acque: si colga l’occasione per dare finalmente uno stop alle deroghe alla potabilità.

“Dal 2009 denunciamo il regime di continue deroghe ai limiti della potabilità, e non solo nel Lazio.  In 5 anni poco o niente è stato fatto, se non esporsi per l’ennesima volta ad un richiamo e a sanzioni da parte della UE”. Queste le dichiarazioni di Tina Napoli, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva.

“Le sanzioni e il richiamo non sono altro che il risultato di anni di immobilismo, nonostante sia stato più volte sottolineato il rischio a cui si espongono i cittadini, soprattutto i più giovani. E invece di lavorare per una soluzione definitiva, ci siamo trovati anche solo di fronte a Sindaci che consigliavano ai più giovani di non bere l’acqua del rubinetto. Nel frattempo però in bolletta si fa pagare l’acqua come potabile, nonché i relativi servizi di potabilità. Insomma, al danno per anni si è sommata la beffa.”, ha aggiunto Napoli. “speriamo che questo richiamo venga colto come occasione per porre rimedio a un problema che ci trasciniamo da anni, per garantire in primis la salute, e anche i conti, già in difficoltà, del nostro Paese”.   

Già nel 2012 (http://www.cittadinanzattiva.it/comunicati/consumatori/acqua/3812-acque-in-deroga-1.html) erano circa un milione i cittadini di 112 Comuni italiani che non avevano acqua potabile di qualità, sicura e conforme alla legge: nell’acqua del rubinetto erano, infatti, presenti alcune sostanze, come borio, fluoruri e soprattutto arsenico, in concentrazioni superiori ai valori stabiliti dalla legge. Per questi motivi, anche per quest’anno per 112 Comuni (90 nel Lazio, 21 in Toscana e 1 in Campania) sono ancora in vigore nuove deroghe cercando così di prendere tempo e ripristinare i valori al di sotto dei limiti stabiliti dalla legge.

“Da diversi anni, inoltre, chiediamo insieme alle altre associazioni  di consumatori che venga applicato effettivamente il comma 461 della Finanziaria del 2008, che prevede un obbligo di consultazione delle associazioni nella definizione degli standard di qualità del contratto di servizio”, ha concluso Napoli. “Una legge che potrebbe davvero incidere nella governance dei servizi, nel miglioramento della tutela dei diritti dei cittadini e nelle scelte ormai ineludibili per innalzare il servizio idrico italiano a standard europei”.

Alessandro Cossu

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