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Comunicati

Roma, 30 maggio 2006

Farmaci al supermercato: la Turco dice no? Noi ricordiamo le promesse del programma. Aprire la distribuzione a favore dei cittadini e della reale concorrenza.

“Strano sentire dal Ministro della Salute la negazione di quanto L’Unione aveva promesso nel programma elettorale, e cioè la liberalizzazione anche dei canali di vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione [pag. 130–ndr]”. Questo il commento di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva.

“Questo voltafaccia del Ministro rischia di apparire come una difesa di interessi di una categoria, piuttosto che l’avvio di un lavoro incentrato sulle reali esigenze dei cittadini, come quelle di poter cogliere gli aspetti positivi di una reale concorrenza di mercato”, ha aggiunto.

Una ricerca condotta da Cittadinanzattiva negli scorsi mesi ha evidenziato come il decreto Storace, da solo, non portasse risultati apprezzabili sul fronte dei prezzi, con la maggioranza delle farmacie che si limitavano ad uno sconto molto basso e su un numero ristretto di farmaci.

“Vorremo anche noi”, ha aggiunto la Petrangolini, “che le farmacie fossero uno dei servizi per la salute dei cittadini, e ci siamo battuti per anni affinché questo avvenisse. Oggi sono in gran parte molto più simili a un normale negozio. E quindi, perché non vendere i farmaci anche fuori dal circuito delle farmacie stesse?”.

Cittadinanzattiva ha inoltre pubblicato, nel mese di aprile, i risultati di un “sondaggio civico” da cui emergeva con chiarezza come 8 cittadini su 10 si dichiarassero a favore della vendita dei farmaci nei supermercati, purché (71,95%) fosse presente un farmacista.

Per quanto riguarda il livello dei prezzi dei farmaci di libera vendita, tra i responsabili degli aumenti, i cittadini individuano come principale attore le aziende farmaceutiche (67,07%), seguite con il 20,62% dal Ministero della Salute e con il 12,31% dai farmacisti.

Il 63,41% ritiene poco efficaci gli sconti sui farmaci come misura per contenere i prezzi (solo il 48,67% dice che nella farmacia di riferimento si applicano sconti), indicando tra le possibili soluzioni l’ “Informazione capillare sulle possibilità di sconto” (16,96%); la “riconoscibilità delle farmacie virtuose che applicano lo sconto” (8,43%); i “controlli sulle farmacie per verificare il tasso di sconto applicato” (23,61%) e la “liberalizzazione della vendita dei farmaci nei supermercati con la presenza di un farmacista” (51%).

Redazione Online

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