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Comunicati

Sentenza su Procreazione assistita, le associazioni e i pazienti promotori: "una importante vittoria per i diritti dei cittadini".
Domani conferenza stampa con i pazienti, il collegio di difesa e le associazioni promotrici
Ore 11:00, sede nazionale di Cittadinanzattiva, Via Flaminia 53, Roma

"La decisione della Corte Costituzionale che ha accolto i ricorsi contro gli assurdi divieti posti dalla Legge 40, è una vittoria dei pazienti che da anni patiscono a causa di una legge sadica, ingiusta e priva di qualunque razionalità scientifica". Lo ha detto, commentando a caldo la decisione della Corte Costituzionale, il dottor Antonino Guglielmino presidente della Fondazione Hera di Catania e responsabile dell'Unità di Medicina della Riproduzione.

"Chiude una vicenda che ha prodotto sofferenza, molte volte la rinuncia ad avere un figlio, soprattutto per le coppie portatrici di malattie genetiche. E' evidente che con la abolizione dei limiti sanciti dalla sentenza è possibile finalmente la diagnosi preimpianto", ha aggiunto l'avvocato Maria Paola Costantini, membro del collegio nazionale di difesa, e rappresentante di Cittadinanzattiva.

A presentare i ricorsi sono stati i pazienti dell'Associazione Hera di Catania, sostenuti da un collegio nazionale di difesa costituito dall'avvocato Maria Paola Costantini del foro di Firenze, dalla professoressa Marilisa D'Amico, avvocato e ordinario presso la Statale di Milano, l'avvocato Massimo Clara del foro di Milano, l'avvocato Ileana Alesso del foro di Milano e dall'avvocato Nello Papandrea del Foro di Catania e organizzato in collaborazione con l'Associazione SOS Infertilità di Milano e da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato. I giudici di Firenze e Roma riconoscendo fondati gli elementi contenuti nei ricorsi hanno emesso delle Ordinanze con le quali hanno investito la Corte Costituzionale.

"Siamo felici per questa decisione - affermano Giovanni e Miriam Ruta, che hanno presentato uno dei ricorsi oggetto del giudizio della Corte Costituzionale - finalmente, dopo la pesantissima esperienza che abbiamo dovuto affrontare all'estero e che per motivi economici non avremo potuto ripetere, abbiamo la speranza di poter avere un figlio e soprattutto un figlio che non porti su di se la maledizione di un tumore a trasmissione genetica".

"La decisione della Corte fa giustizia del cumulo di menzogne che in questi anni sono state dette riguardo al funzionamento di una legge che così com'è stata concepita e votata prevedeva un percorso di sofferenza per le coppie", dice Francesco Gerardi, uno dei pazienti dell'Associazione Hera che insieme alla moglie ha presentato ricorso contro la Legge 40 davanti al tribunale di Bologna, In modo particolare per le coppie portatrici di malattie a trasmissione genetica costrette ad emigrare all'estero per poter avere accesso alle tecniche di diagnosi genetiche di preimpianto. Un percorso durissimo che peraltro era accessibile solo a chi poteva contare su un reddito sufficiente, in quanto i costi altissimi, limitavano l'accesso alle coppie non in grado di avere un'adeguata disponibilità economica. Queste coppie potevano solo affidarsi alla roulette russa del caso e scegliere poi, a gravidanza inoltrata, tra l'alternativa drammatica di mettere al mondo un figlio malato e praticare l'aborto terapeutico.

"Oggi - conclude Guglielmino - si apre una stagione nuova e si riafferma, con una sentenza coraggiosa della Corte Costituzionale che l'Italia, così come previsto dai Padri Costituenti, è una Repubblica laica e non uno stato integralista".

Domani, alle ore 11, presso la sede nazionale di Cittadinanzattiva, a Roma, in Via Flaminia 53, sarà realizzata una conferenza stampa alla presenza dei pazienti interessati, dalle associazioni promotrici e del collegio nazionale di difesa


Cittadinanzattiva ufficio stampa

Redazione Online

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