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Il 10 aprile scorso la Suprema Corte di Cassazione, VI Sezione penale, ha riconosciuto la legittimazione di Cittadinanzattiva a costituirsi parte civile ed il diritto al risarcimento dei danni patiti dall’Associazione, confermando quanto già deciso dalla Corte di Appello di Lecce, Sezione distaccata di Taranto del 20.07.2010, che confermò la sentenza del Tribunale di Taranto del 27.06.2008.
Si tratta del processo avviato dalla Procura di Taranto che indagò nel 2000 fino al 2003, episodi di illiceità e di malasanità presso l’ASL Ta 1: furono contestati e ci furono condanne per reati gravi quali l’associazione per delinquere, il peculato, il falso, la truffa aggravata, l’abuso d’ufficio, la corruzione.
Sostanzialmente è stato confermato il quadro accusatorio indicato dalla Procura di Taranto e sono state confermate le statuizioni civili circa il risarcimento del danno alle parti civile costituite (Regione Puglia, ASL Taranto e Cittadinanzattiva) contenute nelle motivazioni delle sentenze della Corte di Appello e del Tribunale.E’ stata un’importante ed interessante decisione che si pone nel solco già
tracciato dalla giurisprudenza, sia di merito che di legittimità, circa l’ammissibilità della costituzione di parte civile di Cittadinanzattiva, non soloper  reati che ledono direttamente il diritto alla salute ma anche per reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e contro la sicurezza pubblica ed individuale.

Redazione Online

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