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L'esame del Disegno di legge per l'introduzione nell'ordinamento italiano del reato di tortura, in particolare commesso dalle forze dell'ordine, è sospeso fino a data da destinarsi. Per il Ministro dell’Interno Alfano, infatti, la legge sulla tortura dovrà essere rivista dalla Camera "per evitare ogni possibile fraintendimento riguardo l'uso legittimo della forza da parte delle forze di polizia": un freno, dunque, che arriva dagli alti vertici del Governo per modificare il Ddl prima della sua approvazione.

Solo a settembre scorso il testo normativo è approdato dalla Commissione Giustizia in Aula; quella del Senato avrebbe dovuto essere la terza e ultima lettura parlamentare ma la commissione Giustizia di Palazzo Madama ha modificato ulteriormente il testo licenziandolo, quasi tre mesi dopo, nel luglio 2015 e da quel momento non se ne è più parlato. Ed ora si chiede alla Camera di modificare ulteriormente il testo, affossando, da decenni ormai, una legge e lasciando impuniti troppi episodi. Dimenticando le condanne all’Italia da parte della Corte di Giustizia europea - come i fatti delle Diaz durante il G8 di Genova, perché allora “fu tortura” -  e che il reato trova disciplina legislativa in quasi tutti gli stati più importanti.  Cittadinanzattiva, da anni impegnata su tale fronte, continua a chiedere l’introduzione del reato. Approfondisci

Valentina Ceccarelli

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