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Differenze regionali e ulteriore slittamento di tempi. Il via libera al nuovo Piano Vaccini incluso nel pacchetto dei nuovi Livelli Essenziali di assistenza (Lea) c'è, ma la fase operativa è ancora un'incognita.

"Purtroppo non sarà realtà almeno fino al 2017 inoltrato", spiega all'ANSA Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip). "Serve - aggiunge - un passaggio ulteriore, perché il Piano nazionale, pur se inserito nei Lea ha bisogno di un adeguamento a livello regionale. Questo ha una fase di lavorazione ulteriore, che speriamo sia breve".

Herpes nell'adulto, varicella, rotavirus, meningococco: molti i vaccini che potranno esser forniti gratuitamente in base al nuovo Piano ma, per renderlo realtà, c'è una questione organizzativa da non sottovalutare. "L'ampliamento offerto è buona notizia - per Sabrina Nardi, vice coordinatore del Tribunale dei Diritti del Malato Cittadinanzattiva - ma sappiamo che aprirà dei problemi e che molti obiettivi salteranno. Il rischio inoltre è di creare ancora più disuguaglianze regionali.

In molte regioni, infatti, già oggi si fanno difficoltà a gestire le vaccinazioni ordinarie. Difficile immaginare come, con lo stesso personale si possa pensare di garantire una offerta che si amplia moltissimo". Ad esempio, gli obiettivi di copertura per l'antimeningococco sono di vaccinare il 95% dei nuovi nati nel primo anno di vita. "Chi raggiungerà l'obiettivo - aggiunge - sono le regioni che già stavano lavorando in questo senso, mentre quelle che sono indietro resteranno sempre più indietro". A rischiare di allungare i tempi, infine, il fatto che, conclude Nardi "nonostante il via libera delle Regioni, sul Piano Vaccini manca ancora l'intesa in Conferenza Stato-Regioni, rinviata per approfondimenti in ordine alle coperture". (ANSA)

Salvatore Zuccarello

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