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Referendum: dopo episodi di intimidazione durante concerto del Primo maggio, Cittadinanzattiva scrive lettera aperta a Napolitano e Amato per chiedere garanzie su svolgimento raccolta firme

"Signor Presidente, mi permetto di rivolgermi a Lei per chiederle di garantire il pacifico e democratico svolgimento della raccolta delle firme per il Referendum sulla legge elettorale, richiamando tutte le cariche dello Stato ad avere un maggior rispetto per tale istituto e per le persone che lo promuovono".

Si apre così la lettera di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva e membro del Comitato esecutivo nazionale per il referendum elettorale, indirizzata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al Ministro dell'Interno, Giuliano Amato, dopo gli episodi di intimidazione messi in atto in Piazza San Giovanni ieri, nel corso del Concerto del Primo maggio, ai danni degli esponenti presenti ai tavoli di raccolta firme per il referendum.

"Io rappresento una delle organizzazioni civiche, Cittadinanzattiva, che si stanno impegnando per cambiare, mediante l'uso di uno strumento costituzionale, quale il Referendum abrogativo, una legge elettorale che priva i cittadini di un responsabile diritto di voto, che pecca di trasparenza e che rende ancora più ingovernabile questo paese", continua la lettera. "Abbiamo ascoltato con grande piacere i suoi appelli alla riduzione delle conflittualità, alla pacificazione e allo spirito di collaborazione tra le forze politiche, soprattutto sulle materie istituzionali. Così come ci auguriamo che il Parlamento sia in grado di varare una nuova legge elettorale, che restituisca ai cittadini i loro diritti.

Le prese di posizione e gli episodi di intolleranza che abbiamo registrato in questi giorni non vanno però in questa direzione.

Alcuni giorni fa il Presidente della Camera, l'on Fausto Bertinotti, ha dichiarato che questo referendum rappresentava un pericolo per la democrazia, perché metteva in discussione l'assetto dei partiti. Ieri alcuni esponenti di Rifondazione comunista, forse facendosi forza di queste pericolose affermazioni, hanno insultato, durante il concerto del 1° maggio a Piazza San Giovanni a Roma, i cittadini che stavano raccogliendo le firme, hanno buttato a terra i tavolini con i materiali e - cosa gravissima - hanno rubato i registri con le firme (220), raccolte nel corso della mattinata.

Ci domandiamo se sia normale che la terza carica dello Stato si lasci andare a tali dichiarazioni e che una operazione pacifica, come la raccolta di firme, diventi oggetto di attacchi violenti e di intimidazioni".

"Le chiediamo quindi di intervenire anche a salvaguardia di quei cittadini, che pur non essendo parte delle istituzioni e non militando nei partiti, ritengono loro dovere occuparsi dell'interesse generale del paese senza alcun tornaconto se non la soddisfazione di aver contribuito ad avere un paese più libero e democratico. Si parla tanto di sfiducia nelle istituzioni e di voglia di antipolitica. Ma se quando i cittadini si impegnano usando la loro Costituzione vengono trattati in questo modo, quale fiducia è possibile ricostruire? A volte ci sembra che i cittadini attivi siano considerati a parole una risorsa per la democrazia, ma nei fatti un pericolo perché vogliono anch'essi avere voce sull'assetto politico del paese.

"Nei prossimi tre mesi", conclude, "proseguirà la raccolta di firme. Ci auguriamo che Lei voglia fare tutto quanto è nei Suoi poteri per evitare che parole e comportamenti violino il diritto dei cittadini ad esercitare il proprio diritto di partecipazione civico-politica".

Redazione Online

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