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I dati sulle persone decedute con il Covid indicano che i più toccati sono gli anziani non autosufficienti. Inoltre, le grandi difficoltà incontrate dal sistema pubblico di assistenza nell’affrontare la pandemia non rappresentano un evento anomalo, bensì una manifestazione estrema delle criticità di fondo che - da tempo - lo affliggono. Nel PNRR, però, manca un progetto rivolto agli anziani e alle loro famiglie.

Non è da oggi che la politica non vede questa realtà, sempre più diffusa nella società. Basti pensare che di riforma del settore si parla, senza esito, dalla fine degli anni ’90. Il Network Non Autosufficienza ha elaborato una proposta per sfruttare l’opportunità offerta dal PNRR di avviare il necessario percorso di riforma. Consapevoli della gravità della situazione, un’inedita costellazione di soggetti sociali ha unito le forze per sostenerla: Associazione Italiana Malattia di Alzheimer - AIMA, Alzheimer Uniti Italia Onlus, Caritas Italiana, Cittadinanzattiva, Confederazione Parkinson Italia, Federazione Alzheimer Italia, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Terzo Settore e La Bottega del Possibile.

 

Il PNRR offre l’occasione di affrontare alcuni cruciali problemi di fondo, come la frammentazione degli interventi pubblici, che la proposta vuole superare unendo i passaggi da svolgere per accedere alle misure e ricomponendo così l’attuale caotica molteplicità di enti, sedi e percorsi differenti. L’attenzione maggiore è dedicata a un’ampia riforma dei servizi domicilari, affinché siano meglio in grado di sostenere le molteplici problematicità legate alla non autosufficienza e di diventare un effettivo punto di riferimento per le famiglie. Si prevede anche un investimento straordinario per migliorare le strutture residenziali che necessitano di essere ammodernate e riqualificate, bisogno confermato dalle vicende della pandemia. Ecco, quindi, i principali obiettivi della proposta: rendere più semplice l’interazione con il welfare pubblico, avere finalmente un sistema di assistenza domiciliare all’altezza delle esigenze di anziani e famiglie, e riqualificare la residenzialità.

La proposta prevede circa 7,5 miliardi per la non autosufficienza, 5 dei quali dedicati ai servizi domiciliari. È la cifra giusta per un avviare una riforma ambiziosa, ma – se non fosse disponibile -  si può anche partire con meno. Il vero pericolo, infatti, non è che i fondi siano inferiori a quelli sperati, ma che il Piano per l’Italia di domani resti privo di un progetto riformatore per un settore tanto fragile.

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Alessandro Cossu

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