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X Rapporto Pit Servizi X - Cittadinanzattiva in tema di servizi di pubblica utilità 
"Servizi e P.A. dal punto di vista dei cittadini: 10 anni tra disservizi, reclami e nuove tutele".
 
2009: anno nero per energia, trasporti e banche. trasporti e banche. trasporti e banche. trasporti e banche.    
Migliorano i rapporti tra i cittadini e la PA, telecomunicazioni solita maglia nera

Quattro  anni  per  farsi  cancellare  dalla  banca  dati  cattivi  pagatori,  "solo"  un  anno  per  ottenere  i  rimborsi  di Trenitalia o disdire un contratto di fornitura di energia. Più di 6 mesi per la liquidazione di un sinistro auto. Tre mesi per riparare il guasto della linea telefonica di casa. E chi protesta al call center del servizio clienti, mette in conto almeno 30 minuti di "la preghiamo di attendere".  Dura  la  vita  del  cittadino  alle  prese  con  i  servizi  di  pubblica  utilità  in  Italia.  Dove  si  annidano  i  principali problemi? Nel 2009 le telecomunicazioni si confermano - per il quarto anno - in testa ai servizi più criticati dai cittadini (20% delle segnalazioni), seguiti a ruota dai servizi bancari & finanziari (18% di lamentele), anche se la vera emergenza riguarda il settore dell’energia elettrica & gas (+72% di reclami rispetto al 2008), soprattutto a causa delle distorsioni registrate in concomitanza con l’apertura del mercato. In preoccupante ascesa anche iltrend di reclami nei trasporti (+61%), negli stessi servizi bancari & finanziari (+40%) e nei servizi pubblici locali (+24%). Migliorano, di contro, i rapporti tra i cittadini e la PA (-34%).  On line su www.cittadinanzattiva.it il dossier completo.

L’analisi, illustrata oggi a Roma alla presenza tra gli altri, del  Vicepresidente  della Camera dei Deputati, On. Rosy Bindi, è il frutto di 8.403 segnalazioni che i cittadini hanno rivolto nel 2009 al Pit Servizi, il servizio di Cittadinanzattiva che da 10 anni fornisce gratuitamente ai cittadini assistenza e  tutela dei diritti nei servizi di pubblica utilità. Ne emerge una classifica dei settori in cui si riscontrano le maggiori criticità.

Il commento di Antonio Gaudioso, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva: "Il dato di fondo, comune a tutti i settori, è l’alta percentuale di disservizi ormai “cronici” che si ripetono allo stesso modo ogni anno. Anche se nel tempo il sistema delle tutele si è rafforzato, ancora oggi i diritti più disattesi sono quelli alla sostenibilità  economica  e  a  servizi  di  qualità.  In  pratica,  se  da  una  parte  i  cittadini  faticano  a  sostenerne  o accettarne i relativi costi, specie se gli aumenti non sono legati ad un miglioramento della qualità del servizio, dall’altra  in  molti  casi  non  riescono  proprio  a  fruirne,  in  quanto  forniti  in  palese  violazione  degli  standard  di qualità". E al riguardo la casistica è quanto mai ricca. Qualche esempio.

Telecomunicazioni. Per il guasto della linea di casa si può attendere anche 90 giorni (l’anno passato al massimo 60gg), a fronte di un tempo medio previsto di 48 ore come da Carte dei Servizi dei gestori. Se invece la linea telefonica la si vuol solo traslocare, occorre pazientare 60 giorni, a fronte di standard che parlano di 10 giorni (e l’anno passato le attese massime non andavano oltre i 45 giorni), mentre per una prima attivazione ne occorrono 60 (non più di  30 giorni  da  Carte  dei  Servizi).  A  Roma,  si  è  atteso  addirittura  1  anno  per  il  cambio  di  gestore  Internet  (l’anno passato l’attesa max è stata di 3 mesi). E ancora: un cambio del gestore della telefonia mobile può portar via 63 giorni. (ne basterebbero 3), "solo" 60 giorni per il cambio del gestore fisso in luogo dei 5 giorni previsti. Male anche i call center delle compagnie telefoniche, dove le attese possono arrivare fino a 30 minuti. 

Bollette  (acqua,  luce,  gas).  Fatture  dell’acqua  inviate  anche  un  mese  dopo  la  scadenza.  Nell’energia,  forti resistenze nel cambio gestore: a Trieste si è dato seguito alla disdetta del servizio dopo 1 anno dalla richiesta, quando  i  tempi  sono  inferiori  alla  settimana.  E  chi  ha  cambiato  gestore  si  è  visto  recapitare  per  3  mesi  una doppia fatturazione quando entro 20g il disservizio dovrebbe essere risolto. E ancora, 1 anno per una voltura del gas (basterebbero 2g), 10 mesi per ricostruire il conteggio corretto dei consumi successivo alla sostituzione di contatori mal funzionanti (il termine è 90g). Ben 5 mesi per far valere il diritto di ripensamento per un contratto di fornitura elettrica appena sottoscritto. 

Banche, poste e assicurazioni Banche, poste e assicurazioni.  A  Lucca  come  a  Torino,  Lecce,  Milano  e  Roma,  si  è  atteso  più  di  4  anni  per vedersi cancellare dalla banca dati cattivi pagatori, in luogo dei 12 mesi previsti per ritardi di pagamento non superiori a 2 mesi. A Cagliari, una risposta alla richiesta di rinegoziazione del mutuo è stata attesa 8 mesi, a Modena ne sono bastati 4 per vedersi liquidare il mutuo, mentre per l’estinzione anticipata dello stesso un po’ ovunque  si  deve    aspettare  90g.  E  per  cancellare  le  ipoteche  occorrono  anche  100  giorni  a  fronte  dei  30g  previsti. 

In  tema  di  RcAuto,  invece,  i  ritardi  nella  liquidazione  del  sinistro  arrivano  anche  a  200 giorni  invece  dei  30-90 giorni  previsti. E le compagnie si fanno aspettare anche 300g prima di pronunciarsi in caso di procedure di indennizzo diretto (non dovrebbero andare oltre i 30 giorni).

Poste: quella prioritaria può arrivare anche dopo 12 giorni (ne sono previsti 3), la raccomandata dopo 20 giorni (a fronte dei 5 oltre a quello di spedizione), addirittura 8 mesi se si opta per il servizio "Seguimi".

Treni. Trenitalia ci ha ormai abituati così bene che oltre ai "regolari" ritardi in stazione e a bordo, regala attese anche per ottenere i rimborsi (si arriva ad un anno, a fronte dei 30g indicati dalla Carta dei servizi) e per ottenere informazioni al relativo call center: anche 50 minuti di "la preghiamo di attendere".


Ecco l'Italia vista dai cittadini, settore per settore

Telecomunicazioni
(20% sul totale delle segnalazioni). È il settore che negli ultimi 10 anni ha fatto registrare il  più  alto  numero  di  disservizi  subiti  dai  cittadini,  anche  se  dal  2007  il  trend  delle  segnalazioni  è  in  costante diminuzione. Nel settore, pesano di più i disservizi legati alla telefonia fissa (71%), seguita da telefonia mobile (15%), Internet (8%) e TV (6%). 

Telefonia fissa (+10% rispetto al 2008). Le voci che incidono di più sono: bolletta  (importi non dovuti, mancati rimborsi),  cambio  dell’operatore cambio  dell’operatore cambio  dell’operatore cambio  dell’operatore  (attese,  doppia  fatturazione,  mancata  fornitura  del  codice  di  migrazione, pratiche aggressive e ingannevoli),  disdetta/recesso dal contratto (poche info, penali non dovute),  ritardi nella riparazione dei guasti e nell’attivazione della linea, attivazione di servizi non richiesti.

Telefonia mobile (-10%  rispetto al 2008).  La fenomenologia delle segnalazioni è in parte analoga alla telefonia fissa: cambio dell’operatore  (ostruzionismo degli operatori), bolletta (ritardi nel trasferimento del credito residuo, mancata  restituzione  dello  stesso),   disdetta/recesso  del  contratto (penali  mascherate  da  costi  di  gestione), copertura del servizio  e attivazione di servizi non richiesti.

Internet (-3%  rispetto  al  2008).  Scarsa  qualità  del  servizio,  problemi  nel  cambio  operatore  e  nell’accesso all’Adsl, pratiche commerciali scorrette, modifica delle condizioni contrattuali.

Servizi televisivi (+3% rispetto al 2008). Se per il digitale terrestre le segnalazioni riguardano nella loro totalità il cattivo funzionamento del servizio, più articolate sono le problematiche legate alla tv a pagamento: modifiche condizioni  contrattuali,  penali  in  caso  di  disdetta,  costi  del  call  center,  scarsa  qualità  del  servizio,  pratiche ingannevoli.

Servizi bancari e finanziari (18% sul totale delle segnalazioni). Dal 2006 il trend delle segnalazioni è in costante aumento. Sostenibilità economica, asimmetria contrattuale tra le parti, difficoltà a cambiare operatore e scarsa trasparenza  dei  contratti  sono  da  sempre  i  principali  “mali”    evidenziati  dai  risparmiatori.  Nell’ultimo  anno  le segnalazioni hanno riguardano per il 35% i mutui, per il 33% i titoli e gli investimenti finanziari, per il 20% il credito al consumo e per il restante 12% i conti correnti.

Mutui (+1% rispetto al 2008). Le principali lamentele attengono a: misure anticrisi (mancata applicazione di tali misure  pur  avendone  diritto),  rinegoziazione (Legge  Bersani  violata  o  applicata  in  modo  difforme,  proposte  di rinegoziazione  inadeguate  e  ritardi  nella  risposta),  portabilità  (violazione  Legge  Bersani,  ostilità  nei  confronti dell’utente  che  decide  di  cambiare  operatore),  tassi  elevati,  estinzione  anticipata  del  mutuo/cancellazione dell’ipoteca dell’ipoteca dell’ipoteca dell’ipoteca (applicate penali non dovute, ritardi nei tempi di cancellazione dell’ipoteca), spese accessorie (non dovute ma addebitate per l’operazione di accensione del mutuo).

Titoli  e  investimenti  finanziari  (invariato  rispetto  al  2008). Sulle  segnalazioni,  principalmente  legate  a investimenti finanziari ad alto rischio e richiesta di informazioni sulla sicurezza degli investimenti finanziari; ha inciso molto la riapertura dei termini per le conciliazioni per alcune tipologie di utenti che avevano investito in  titoli Parmalat, Cirio, Giacomelli.

Credito  al  consumo  (+7%  rispetto  al  2008).  Le  principali  criticità  segnalate  dai  cittadini  riguardano: sovraindebitamento (difficoltà  di  "accorpare"  i  finanziamenti  per  ottenere  un’unica  rata,  respinte  richieste  di  rinegoziazione   dei   finanziamenti),   trasparenza   delle   condizioni   contrattuali   dei   finanziamenti  (clausole contrattuali incomprensibili, truffe e raggiri), tassi elevati dei finanziamenti  (specie per le carte revolving, spesso inviate  pur  non  essendo  richieste), banca  dati  cattivi  pagatori  (difficoltà  e  lunghezza  delle  procedure  di  cancellazione dalla banca dati).

Conti  correnti (-8%  rispetto  al  2008).  Le  principali  segnalazioni  riguardano: chiusura  (costi  non  dovuti), commissione  di  massimo  scoperto (applicate  illegalmente),  assegni  (tempi  di  disponibilità  sul  proprio  conto), costi dei bonifici, trasloco del conto (ritardi, ostruzionismo). 

Energia elettrica & gas (17% sul totale delle segnalazioni). Dal 2007, anno di apertura del mercato elettrico ai  clienti  "consumer",  il  trend  delle  segnalazioni  è  in  costante  aumento,  e  non  a  caso  il  comparto  dell’elettricità registra un numero di segnalazioni doppio rispetto al gas (67% rispetto a 33%). 

Energia elettrica. Le principali criticità si riscontrano nella bolletta (consumi anomali, importi eccessivi e difficoltà di rateizzarli, documenti poco chiari, mancate o errate fatturazioni, mancati rimborsi), nel cambio del fornitore  (doppia fatturazione, tempi lunghi, pratiche commerciali illecite) e nell’interruzione del servizio (falsa morosità, mancato preavviso, danni per sbalzi di tensione).

Gas. Come nell’energia elettrica, anche per il gas prevalgono gli stessi problemi con la   bolletta e il  cambio di fornitore, abbinati a ritardi nell’attivazione del servizio e al pessimo funzionamento dei contatori. 

I servizi pubblici locali: (16% sul totale delle segnalazioni). Dal 2005, il trend delle segnalazioni è in costante aumento, a dimostrazione della crescente centralità assunta nel tempo da questi servizi, e della loro maggiore incidenza sulla qualità della vita delle persone. Nel 2009    i servizi locali che hanno causato maggiori problemi ai cittadini  sono  stati:  acqua  (26%  sul  totale  delle  segnalazioni  relative  ai  servizi  locali),  rifiuti  urbani  (22%), trasporto pubblico locale (12%), viabilità urbana (12%), parcheggi (8%).

Servizio idrico integrato  (-30% rispetto al 2008).  I  principali  disservizi  sono  relativi  a:  canone di depurazione acque  reflue  (pagato  per  un  servizio  non  reso:  avviata  da  Cittadinanzattiva  class  action),  fatturazione  (calcoli errati, poco trasparenti voci in fattura e relativi criteri di fatturazione, richieste di conguaglio oltre i termini stabiliti dalle leggi, richieste di rateizzazione degli importi spesso negate), continuo aumento delle tariffe, interruzione del   servizio (comune a molte zone del Sud e delle Isole, a causarla siccità ma anche inefficienza degli impianti e la poco trasparente gestione del servizio); potabilità: dal 2002 al 2009, ben 13 regioni italiane su 20 sono ricorse al regime delle deroghe alle caratteristiche delle acque destinate al consumo umano. 

Rifiuti (+6% rispetto al 2008). Lamentele legate a: raccolta differenziata (la cui assenza è sempre meno tollerata dai cittadini),  pessime condizioni dei cassonetti (scarsa frequenza con cui vengono svuotati, puliti e sostituiti), tariffe  elevate (è  tutto  italiano  il  paradosso  della  gestione  dei  rifiuti,  che  meno  funziona  e  più  la  si  paga), irregolare frequenza con cui viene effettuata la raccolta dei rifiuti, perplessità sulla tariffazione (scarsa trasparenza su voci in bolletta e criteri di calcolo, contestazione dell’Iva applicata alla Tia).

Trasporto  locale  (+1%  rispetto  al  2008). Il  comparto  continua  ad  offrire  livelli  di  offerta  insufficienti  per copertura territoriale, rapidità di viaggio, standard di qualità, elevata età media dei mezzi: tutto ciò determina una bassa domanda di mobilità rispetto a diversi Paesi europei. Nel 2009, le criticità hanno riguardato: regolarità e scarsa  numerosità  delle  corse  (ritardi  cronici e  inaffidabilità  orari,  carenza  di  corsie  preferenziali, servizio insufficiente in determinate fasce orarie), condizioni igieniche dei mezzi (bagni dei treni pendolari il più delle volte inaccessibili), presenza di barriere architettoniche (nelle stazioni e a bordo dei mezzi), servizio clienti servizio clienti servizio clienti servizio clienti (scortesia, mancate  info,  scarsa  professionalità),  condizione  delle  fermate (pensiline  assenti  o  danneggiate),  assenza  di  scuolabus.

Viabilità  urbana 
(+10%  rispetto  al  2008). In  forte  aumento  le  relative  segnalazioni  a  causa  della  mancata manutenzione del manto stradale, alla  durata di lavori e cantieri nelle città, alla scarsa cura della  segnaletica stradale,  alla  presenza  di  barriere  architettoniche, alla  insufficienza  di  isole  pedonali, piste  ciclabili  e illuminazione pubblica.

Redazione Online

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