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Cittadinanzattiva su Tribunale di Lucera: no a  chiusura di un presidio di legalità e esempio di efficienza

“Esprimiamo viva preoccupazione per l'inserimento del Tribunale di Lucera (FG) tra i presidi di giustizia da sopprimere”. 

A scriverlo, in una nota congiunta, sono Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva, Ferdinando D’Angelo, segretario di Cittadinanzattiva Puglia, e Marina Venezia, coordinatrice regionale della Puglia di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva. “Da tempo”, continua la nota, “Cittadinanzattiva sostiene la necessità di rivedere la geografia giudiziaria, ma nell'ottica del miglioramento complessivo del servizio giustizia, della specializzazione e della maggiore efficienza e vantaggio dei cittadini. Per tali motivi avevamo invitato il Governo, nel ridefinire l'assetto degli uffici giudiziari, a considerare criteri ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge 148 del 2011, quali la posizione geografica, i collegamenti viari, la presenza di infrastrutture e servizi, la naturale convergenza delle comunità locali del circondario verso la città sede del tribunale, la presenza della criminalità organizzata. Sebbene,quindi, condividiamo la recente decisione del Governo di escludere dai t agli tribunali come quello di Lametia Terme, di cui avevamo sollecitato il mantenimento, per le stesse ragioni siamo fermamente contrari alla abolizione del Tribunale di Lucera. Chiuderlo, nonostante risulti particolar mente efficiente (il quarto in Italia per la mole di processi istruiti annualmente), significa eliminare un presidio di legalità fondamentale, anche sul piano simbolico, in un territorio in cui la presenza della criminalità organizzata risulta tuttora elevata e diffusa. Invitiamo, quindi, il Governo ed il Presidente Napolitano a rivalutare la decisione, unendo la nostra voce a quella della Procura di Lucera, dell'Ordine degli  avvocati, delle istituzioni locali e, soprattutto, dei tanti cittadini in protesta affinché la chiusura del Tribunale sia scongiurata”. 

Alessandro Cossu

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