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Comunicati

Roma, 5 giugno 2006

 

Cittadinanzattiva su nuove tasse per la sanità: i cittadini non devono pagare per colpe di altri. Si intervenga sui benefit per i dirigenti e si approvi la legge per gli amministratori corrotti.

 

“Per ripianare i debiti della sanità si sceglie la soluzione più semplice e più ingiusta: far pagare ai cittadini le colpe di altri. L’ipotesi di nuove tasse per le Regioni che hanno sforato il bilancio sanitario è solo l’ennesima vessazione, a fronte di una sanità che proprio nelle stesse aree ancora stenta a fornire un servizio di qualità e accessibile, come dimostrano il permanere di liste di attesa, la necessità di investimenti per l’oncologia al sud e per la costruzione di una vera rete di servizi sul territorio, fuori dell’ospedale, solo per fare alcuni dei numerosi esempi possibili”. Questo il commento di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, in merito alla ventilata ipotesi di nuove tasse regionali.

Piuttosto, le Regioni comincino a dare il buon esempio lottando contro gli sprechi negli uffici, nelle consulenze, nella stessa applicazione dei contratti. Si potrebbe cominciare da una seria valutazione degli obiettivi effettivamente raggiunti dai responsabili dei servizi e dei dipartimenti, invece di proseguire a pagare a pioggia, anche chi questi non li ha raggiunti; in secondo luogo, varando un anno di stop a benefit e premi previsti per Direttori generali di ASL (in una percentuale sul loro stipendio del 20%), sottolineando che se c’è bisogno di stringere la cinghia, tutti sono chiamati a fare la loro parte”, ha continuato Petrangolini. “Ci chiediamo con quale faccia gli amministratori che sono oramai alla guida delle proprie Regioni da anni, si presenteranno al proprio elettorato chiedendo nuovi soldi per colpa di loro incapacità amministrative. Sarebbe ora che i consigli regionali diano il via alle azioni di responsabilità per verificare chi e dove ha sbagliato”.

“Al Parlamento e al Governo chiediamo chiari segnali di cambiamento di rotta, anzitutto eliminando qualsiasi ipotesi di indulto o amnistia per chi si è macchiato di reati contro la pubblica amministrazione. In secondo luogo, adottando la proposta di legge contro la corruzione nella Pubblica amministrazione che è parcheggiata in Parlamento da circa tre anni, e che vuole estendere il principio del sequestro dei beni illegalmente accumulati prevista dalla normativa antimafia a tutti gli amministratori riconosciuti colpevoli in via definitiva. E gli esempi in questo campo si sprecano, da “Lady Sanità” a chi ha prescritto farmaci inutili solo per far aumentare il fatturato e ottenere illeciti introiti”.

Redazione Online

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