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Cittadinanzattiva su caso donna morta a Palermo per rinoplastica: la chirurgia estetica non è esente da rischi. L’assenza della corretta informazione rappresenta causa riconosciuta di risarcimento danni. Il Parlamento approvi ddl sulla sicurezza


“Chiediamo al Parlamento di approvare nel minor tempo possibile il disegno di legge sulla sicurezza nella pratica medica attualmente in Commissione igiene e sanità del Senato.
Ai cittadini ricordiamo che gli interventi di chirurgia estetica non sono esenti da errori, e che prima di sottoporsi a qualunque intervento è loro diritto richiedere il consenso informato e ottenere informazioni dettagliate e percentuali di rischio”.
Questo il commento di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato dopo un nuovo caso di decesso per interventi legati alla chirurgia estetica, a Palermo.

Un cittadino su tre che si rivolge Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato lo fa per segnalare sospetti errori di diagnosi e terapia, confermando il dato degli scorsi anni.

L’ortopedia è il settore da cui provengono maggiori segnalazioni (18%), seguito dall’oncologia (13%), ostetricia e ginecologia (13%), chirurgia generale (12,5%).

Crescono le segnalazioni di sospetti errori in urologia (3,9%, +1,4% rispetto al 2004), odontoiatria (6,6%, +1,1% rispetto al 2004) e neurologia (4,1%, +1% rispetto all’anno precedente). Lazio, Lombardia, Sicilia, Campania, Puglia, Calabria, si confermano, in ordine decrescente, le Regioni dalle quali provengono il maggior numero di segnalazioni. Il 15,4% dei casi esaminati dal Tdm ha proseguito l’iter per l’accertamento dell’errore, il 53,9% ha dato esito positivo.

La percentuale di esiti positivi più elevata si registra per l’area ortopedica (88,1%), seguita da quella ostetrico-ginecologica (61,6%), chirurgica generale (51,5%), oncologica (34,3%), oculistica (33,7%) e odontoiatrica (33,2%).

Una recente sentenza (15/05/2007, n°462) del Tribunale di Paola ha ancora una volta sottolineato l’importanza del consenso informato, attribuendo alla corretta informazione del paziente autonoma voce di danno risarcibile. In pratica, i giudici hanno riconosciuto che la mancata informazione del cittadino può rappresentare essa stessa causa di richiesta di risarcimento, al di là dell’esito dell’operazione stessa.

Redazione Online

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