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“I cittadini siano davvero una risorsa del SSN. Diminuire burocrazia e peso della politica per restituire fiducia”. Cittadinanzattiva a “una sanità della parte del cittadino”.

Federalismo e diritti dei cittadini, ruolo nel sistema sanitario, eccessivo peso della burocrazia, questione morale.
Sono questi alcuni dei principali temi toccati dalla relazione di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva (l’organizzazione che ha tra le sue reti il Tribunale per i diritti del malato), nel corso del convegno “Una sanità dalla parte del cittadino”, in corso oggi a Roma e promosso dal Ministero della Salute.

Partecipazione dei cittadini: Partendo, ad esempio, da una presenza costante nei nuclei di valutazione, gli utenti del SSN devono poter entrare nella governance di tutto il sistema. La valutazione dei cittadini deve infatti governare i meccanismi del sistema, compresa la scelta e la valutazione del personale dirigente e dei direttori generali.
Federalismo: il federalismo non può essere la morte dei diritti. Con il recente rapporto Pit salute del Tribunale per i diritti del malato abbiamo infatti sottolineato come il federalismo senza una guida abbia portato a delle marcate differenze nell’accesso ai diritti anche solo rivolgendosi ad una diversa ASL della propria regione. Al fine di armonizzare il sistema e porre di nuovo al centro dell’attenzione i cittadini, chiediamo al Governo l’introduzione della Carta Europea dei diritti del malato promossa dalla rete europea di Cittadinanzattiva (Active citizenship network) insieme a decine di organizzazioni di tutta l’Unione Europea.
Semplificazione. Bisogna eliminare l’eccessiva burocrazia, semplificare i percorsi. Il sistema è peggiorato molto in questi anni: la burocrazia è aumentata di pari passo con la diminuzione di fiducia dei cittadini che troppo spesso la avvertono solo come un ulteriore ostacolo all’accesso ai propri diritti. Bisogna invertire la tendenza. Per farlo, oltre a ridurre la burocrazia, si deve puntare sulla capacità di auto-gestione dei cittadini. Insomma, il cittadino deve essere una vera risorsa e non sopportare un clima di sospetto dovuto principalmente all’incapacità di gestione e controllo della pubblica amministrazione.
Le cure primarie: Indicate dal Ministro Turco come uno degli assi del nuovo Sistema sanitario nazionale, per noi non deve tradursi in un aumento delle strutture, ma piuttosto in un nuovo investimento sulle persone, per valorizzare la rete dei professionisti e far sì che si ricorra alle strutture ospedaliere solo per la fase acuta delle patologie, trovando una rete sul territorio che offra servizi adeguati all’assistenza e alla prevenzione.
La questione morale. E’ necessario un “patto morale” tra chi gestisce la sanità e i cittadini. Questo vuol dire mettere fine alle cordate politico-clientelari che in troppi casi dettano legge nella sanità, e introdurre chiari indirizzi di maggiore trasparenza e controlli da parte dei cittadini, anche negli appalti.
I comportamenti degli operatori. Che si debba investire sui comportamenti è evidente anche alla luce degli ultimi episodi legati alla sicurezza. I comportamenti degli operatori risultano oltretutto prima voce tra le segnalazioni dei cittadini riportare nel recente rapporto Pit salute. Non neghiamo l’importanza della obbligatorietà delle strutture di gestione del rischio, come chiediamo da tempo. Ma conteranno molto anche le persone che saranno incaricate di queste nuove funzioni. L’importante è rimuovere chi non controlla e immettere nuova linfa nel sistema, iniziando a prendere esempio dalle tante buone pratiche già avviate sul territorio.

Redazione Online

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