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Cittadinanzattiva su legge per depenalizzare errori medici: un secco no se si lasciano i cittadini senza tutele. Per eliminare reato necessario avviare confronto per norme alternative a difesa della vittima, cioè il paziente.

"Diciamo di no alla semplice depenalizzazione del reato". Questa la secca presa di posizione di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato sull'ipotesi avanzata dal sottosegretario Fazio di depenalizzare il rischio clinico.

"In molti casi, non solo il reato penale è l'unica forma di difesa dei cittadini, ma il semplice procedimento civile , nella nostra legislazione, rischia di essere inefficace. Sia sul fronte dei tempi, che su quello dei costi, poiché una causa civile costa, nella migliore delle ipotesi, 10.000 Euro solo per il primo grado, e comporta una attesa di almeno dieci anni. Il reato penale è di fatto anche una forma di deterrente nei confronti delle compagnie assicurative".

"E' vero che l'Italia è tra i pochi Paesi a conservare il reato penale per la malpractice, ma è pur vero che non esistono alternative in termini di tutela. Nelle altre nazioni funzionano, ad esempio, forme di tutela stragiudiziali, come la conciliazione, pressoché sconosciuta in ambito sanitario in Italia, o Associazioni professionali che, a differenza degli Ordini dei medici, agiscono prontamente e duramente contro i professionisti che abbiamo agito con negligenza o imperizia".

"Nella nostra posizione non c'è alcun accanimento nei confronti dei medici. Siamo pronti", ha quindi concluso l'organizzazione, "a discutere di una possibile riforma, purché questa non si traduca solo in un favore alle corporazioni; piuttosto, chiediamo una serie di norme che aiutino l' emersione dell'errore, oggi molte volte taciuto per paura delle denunce, e nella prevenzione del rischio clinico".

"Semmai, quello che dovrebbe scandalizzare Fazio, è che nel 90% dei casi il reato si prescrive a causa dei tempi: la vittime resta sempre e comunque il cittadino".

Redazione Online

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