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XIV Rapporto Pit Salute “Diritti al taglio”: errori medici e liste di attesa sempre in testa alle lamentele dei cittadini. Aumentano le difficoltà di accesso ai servizi sanitari
I Lea non più essenziali ma “possibili”

È l’anno dei “Diritti al taglio”, come richiama il titolo del 14° Rapporto PIT Salute del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. Le politiche economiche, sociali e sanitarie messe in atto in questo periodo stanno di fatto smantellando il nostro sistema di welfare, con particolare riguardo ai servizi di carattere sanitario e sociale.
L’annuale fotografia del sistema sanitario dal punto di vista del cittadino, presentata oggi a Roma, riflette chiaramente questa crisi: le persone toccano con mano il progressivo impoverimento del sistema sanitario, notando che laddove c’era un presidio oggi non c’è più o viene ridotto; laddove vi era la possibilità di usufruire di prestazioni in modo gratuito, oggi c’è da metter mano al proprio portafogli.


Due dati sopra tutti: da una parte il perdurare di problemi storici come i presunti errori sanitari (è la prima voce con il 18,5% delle lamentale dei cittadini, +0,5% sul 2009) e i lunghi tempi di attesa (16%, nel 2010, 15% nel 2009); dall’altra la preoccupante ascesa di segnalazioni relative alle difficoltà di accesso ai servizi che passano dal 5,5% nel 2009 a quasi il 10% nel 2010.
Il Rapporto PiT Salute 2011 prende in esame il contenuto di 23.524 segnalazioni relative al periodo di tempo che va dal 1 gennaio al 31 dicembre 2010. Le segnalazioni provengono dal PiT Salute sede centrale (2.205) e dai PiT Salute locali e dalle sezioni territoriali del Tribunale per i diritti del malato (21.319). Il Rapporto contiene informazioni su dieci aree di riferimento: malpractice e sicurezza delle strutture; liste d’attesa; informazione e documentazione; assistenza territoriale; invalidità ed handicap; accesso ai servizi; assistenza ospedaliera; umanizzazione delle cure; assistenza farmaceutica; patologie rare.

“I cittadini segnalano con forza che il nostro sistema sanitario va sfaldandosi”, ha dichiarato Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. “Lo rendono esplicito attraverso le segnalazioni che riguardano la chiusura di reparti o strutture, la riduzione di posti letto, non accompagnata da un reale potenziamento dei servizi socio-sanitari territoriali, le lunghe liste di attesa, la carenza di informazioni sui propri diritti, anche di natura economica, come indennità, assegni mensili. I livelli essenziali di assistenza, di fatto, non sono più essenziali ma “possibili”: non sono più ciò che deve essere garantito, ma ciò che può essere garantito con le risorse disponibili”.

Scarica il comunicato completo

Redazione Online

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