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Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato su bozza decreto Sviluppo e Sanità: bene tasse su fumo e giochi. Chiediamo un unico assessorato socio-sanitario nelle regioni

"Non è sbagliato lavorare per promuovere uno stile di vita più sano tra i cittadini, soprattutto tra i più giovani. Così come ci sembra opportuno disincentivare l'uso di bibite, fumo e giochi per ricavare risorse e finanziare il servizio sanitario nazionale e in particolare il Programma nazionale per la non autosufficienza. Per una maggiore integrazione socio sanitaria e per contenere le spese, chiediamo l'abolizione degli assessorati regionali al sociale mantenendo un unico assessorato socio-sanitario. Troppo spesso abbiamo assistito a norme ed iniziative che si contraddicevano tra loro, e a farne le spese sono sempre i cittadini", questa la posizione di Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.


"Giudichiamo positivamente il riordino dell'assistenza territoriale h24 con qualche rischio però per le zone rurali e montuose del Paese, che sono la gran parte, in cui non sarà facile per i medici di famiglia aggregarsi. Inoltre, chiediamo che sia affermato il ruolo strategico degli infermieri senza i quali non si potrà procedere ad un reale riordino dell'assistenza territoriale.
Il decreto che si appresta ad essere discusso in settimana presenta a nostro parere, altre luci ed ombre: assolutamente positiva la norma che obbliga le Regioni a rendere immediatamente disponibili ai cittadini i farmaci innovativi; attenzione ai nuovi Lea, per i quali si prevede l'aggiornamento entro il 31 dicembre, purchè non sia al ribasso per i cittadini; è positivo il tentativo di semplificare le attività in intramoenia e renderne trasparenti e tracciabili i pagamenti, ma ci preoccupa la definizione delle tariffe che potrebbero essere ritoccate al rialzo. Ed ancora, ok al fascicolo sanitario elettronico, ma bisogna lavorare innanzitutto alla cartella clinica elettronica, per evitare i frequenti errori dovuti alla cattiva interpretazione della scrittura del medico. Bene il limite di 65 anni per la nomina dei direttori generali delle Asl e l'esperienza professionale quinquennale, ma occorrerebbe definire parametri leggibili con curricula accessibili a tutti su internet. La valutazione dei dirigenti andrebbe fatta, inoltre, con il contributo dei cittadini-utenti, e questo non c'è nella bozza del decreto".

Aurora Avenoso

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