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Cittadinanzattiva su sentenza Vito Scafidi: una giustizia a metà

“Una giustizia parziale che lascia l’amaro in bocca”. Così commenta Cittadinanzattiva la  sentenza del 15 luglio sul processo per il crollo nel Liceo Darwin, costata la vita nel novembre 2008 al giovane studente Vito Scafidi e in cui è rimasto paralizzato il suo compagno di classe Andrea Macrì.

La sentenza ha condannato a quattro anni il direttore dei lavori nella scuola e funzionario della Provincia, assolti invece gli altri sei indagati. Alla famiglia Scafidi sono stati riconosciuti 400 mila euro, e a Cittadinanzattiva e Legambiente, le due associazioni parti civili nel processo, sono stati liquidati per danni 10 mila euro ciascuna.

“Riconosciamo che per la prima volta sono stati ammessi congrui risarcimenti alle vittime e ai loro familiari, diversamente da quanto è avvenuto nel processo su San Giuliano di Puglia. E questo è un importante passo in avanti nel riconoscimento delle responsabilità di chi opera per la sicurezza delle nostre scuole”, afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva. “ma la condanna ci indigna perché la morte di un ragazzo e l’invalidità di un altro studente meritavano un peso diverso dal punto di vista penale”.

“Avremmo voluto che il processo per Vito segnasse con maggior forza il senso e il peso delle responsabilità sulla sicurezza delle nostre scuole. Ora lavoreremo ancora a fianco della famiglia Scafidi perché giustizia sia fatta e perché le nostre scuole siano davvero sicure. Per il momento, di fronte ad una Finanziaria che ignora il settore dell’edilizia scolastica, ci ostiniamo a chiedere che sia resa nota la mappatura degli edifici scolastici e che siano resi immediatamente disponibili i fondi del II piano stralcio CIPE”.

Redazione Online

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