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Editoriali

Sembrerà strano per chi è abituato a leggere questa newsletter: parlare di pirla* non è certo nel nostro stile. E chiedo scusa a chi si sentisse offeso dal termine e dalla decisione di intitolare in questo modo “il punto”. Ma averne sentito richiamare l’uso e l’etimologia dal Presidente della Regione Lombardia in un suo discorso** al Consiglio Regionale mi ha spinto a scriverne.
Per fugare ogni ulteriore dubbio, non parlerò di tangenti, tangentisti e arresti a Milano. Almeno non direttamente. Anche se è fuori di dubbio che la cosa provochi, almeno in me, sconcerto e rabbia. Non solo per l’ampiezza della corruzione, se venisse provata dai Magistrati. Ma anche per il modo in cui una parte della classe politica giustifica se stessa, negando qualsiasi coinvogimento, anche di fronte a delle intercettazioni molto esplicite, o dei comportamenti non penali che provocano indignazione nelle persone oneste, ma che da lor signori vengono liquidati con un “non sono indagato, non c’è reato”, come ricorda un editoriale di Marco Travaglio oggi in prima pagina de “il Fatto quotidiano” (22 marzo ndr).
Voglio parlare invece di una fattispecie che sembrava rara, e che invece sta riemergendo anche con un certo orgoglio. Si tratta del “pirla”, esemplare di homo italicus in via di estinzione, che vive la propria vita decidendo di fare il cittadino. Di pagare le utenze, le tasse fino all’ultimo euro, senza passare la sua esistenza a cercare di eluderle. Di mandare i propri figli nella scuola pubblica e pretendere un servizio all’altezza di questo nome.  Così come di utilizzare il trasporto pubblico per evitare di far aumentare il traffico nella propria città, adottare un comportamento responsabile, aiutare gli altri e se stessi a cercare di non vivere perennemente in una nuvola di smog. O che si indigna di fronte ad episodi di sopruso, di corruzione, di mancato rispetto dei diritti. E non si da per vinto, informandosi, chiedendo e esigendo risposte chiare da parte di chi deve amministrare la cosa pubblica o anche il solo condominio. E decide di recarsi alle urne non per un semplice esercizio di ripiegatura e imbucatura della scheda, ma perché è convinto di sostenere delle idee, dei disegni politici, dei progetti per il futuro del nostro Paese. Ah sapete poi la cosa più assurda? Questo strano bipede quasi sempre si fa strada da solo, non cercando vie traverse o raccomandazioni.
E’ facile immaginare che non è facile così arricchirsi velocemente, fare carriera in un battibaleno
Sapete, spesso negli ultimi anni mi sono ritrovato a parlare con persone di questa strana tipologia di essere umano, e ricordo ancora i sorrisini beffardi, le sopracciglia all’insu’ o la classica risposta “si, ce ne vorrebbero di persone così”.
Ecco, io invece ne voglio tessere pubblicamente, per quanto mi è possibile, le lodi. E lo confesso, lo dico in pieno conflitto di interesse, in quanto anche io sono pienamente un pirla, e addirittura felice di esserlo. Si, perché la mia pirlaggine mi permette di poter vivere con un senso di pienezza e di leggerezza che altrimenti non potrei avere. Anzi, sapete cosa vi dico, sono proprio un pirla soddisfatto.

Alessandro Cossu, responsabile ufficio stampa e comunicazione

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