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Editoriali

 

punto_06_03Cittadini meridionali di sana e robusta costituzione

Del Sud si parla prevalentemente male: i rifiuti in Campania, gli ospedali fatiscenti calabresi, le truffe sanitarie in Puglia, Cuffaro con i suoi cannoli in Sicilia, una classe dirigente inadeguata, o peggio, collusa, clientelismo a gogò. Sembra quasi, a leggere i giornali nazionali, che nel meridione non esista una società civile sana e capace di reagire.

Verrebbe da rispondere che i problemi sono talmente giganteschi che ci vuole un bel coraggio ad impegnarsi e che quando ogni spazio, dalla gestione dei rifiuti alle mense dell'ospedale,  viene accaparrato dal malaffare, è dura fare i cittadini attivi.

Eppure, girando per il Sud, ci si accorge che non è vero che i cittadini stanno con le mani in mano e che sono uguali ai loro politici. Certo, se per avere una pensione di invalidità le procedure normali non valgono e non si applicano le nuove disposizioni sulla rivedibilità che ne hanno accorciato tempi e passaggi, i cittadini, soprattutto i più bisognosi e a volte i più furbi, continueranno ad andare a casa Mastella o di qualche altro potente locale a chiedere sottobanco procedure accelerate.

Per cambiare questo stato di cose e sostenere i cittadini che, più che chiedere favori, vorrebbero esercitare diritti ed esigere trasparenza nei servizi e nella pubblica amministrazione,  si sta diffondendo sempre più, nelle regioni meridionali, la capacità di organizzarsi come cittadini attivi. In questi primi mesi del 2008, solo in Campania sono nate sei nuove assemblee di Cittadinanzattiva: non in luoghi qualsiasi ma in posti come Scampia,  Villaricca e Giuliano. Incontrando queste persone, ci si trova di fronte a delle costanti: prevalentemente giovani, cultura medio-alta, nessuna "sceneggiata napoletana" ma molta concretezza con la voglia di avviare programmi ed attività per far partecipare la gente alla gestione del proprio territorio.

Gli insegnanti e i genitori delle scuole di Scampia hanno promosso iniziative di educazione civica; a Casoria ci si sta impegnando per potenziare i servizi territoriali della Asl; nell'interland napoletano si è in prima fila per affrontare la gestione del servizio idrico o il dramma dei rifiuti. Per cambiare Regione, in Calabria, il 5 marzo Cittadinanzattiva ha siglato un protocollo d'intesa con la Giunta regionale per favorire il controllo della sicurezza delle strutture sanitarie da parte dei  cittadini e l'applicazione in ogni ospedale della Carta della qualità della chirurgia, con norme ed obblighi che riducano le possibilità di errore e di disservizio, come invece è avvenuto a Vibo Valentia.

L'elenco potrebbe continuare parlando della Puglia, della Sicilia, della Basilicata, regioni nelle quali l'attivismo civico sta avendo un grande sviluppo. Un ultimo esempio: solo a Massafra, paese di 30mila abitanti in provincia di Taranto, sono state censite 92 associazioni; il Comune ha deciso di sostenerne lo sviluppo, dando spazi, interlocuzione e sostegno, perché crede che per far crescere un territorio ci debbano essere cittadini di sana e robusta costituzione, come recita l'articolo 118 della Costituzione italiana.

Ci si domanda spesso da dove si deve ricominciare quando ci si trova di fronte ai risultati di anni di degrado. Una cosa risulta evidente: è necessario ripartire dai cittadini, dando loro fiducia e favorendone la capacità di intervento. Ovviamente, chi ha usato i beni pubblici per interesse proprio o della propria cordata, non è d'accordo ed ogni giorno frappone ostacoli a questo processo.  Ma questo lo sapevamo già!

 

Teresa Petrangolini
Segretario generale di Cittadinanzattiva
 

Redazione Online

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