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Editoriali

punto_21_01_10Un evento importante e un segnale assai preciso: questo è stata la manifestazione del 19 gennaio a Cagliari contro i tagli ai piani personalizzati per le persone con disabilità grave (Legge 162/98), cui hanno partecipato oltre quattrocento persone con disabilità e i loro familiari, operatori, volontari e amministratori locali, con un sit-in sotto il Consiglio Regionale e un'assemblea aperta ai familiari nel pomeriggio.
(Pubblichiamo un articolo dal sito www.superando.it)
Tra voci e interviste, cartelloni e slogan, le associazioni dei familiari di tutta l'Isola sono dunque "scese in piazza". Per il nord della Sardegna capofila è stata l'Associazione Pensiero Felice di Alghero, seguita dal Gruppo Genitori di Ittiri e dalla Sorgente di Sassari, subito sostenute dall'ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi) e dal rinvigorito Comitato dei Familiari per l'Attuazione della Legge 162 in Sardegna, che era nato nel 2000, proprio per promuovere l'applicazione di quella norma nella Regione, in termini di personalizzazione, partecipazione dei diretti interessati e coprogettazione con le istituzioni.
E poi la Delfino di San Gavino Monreale (Medio Campidano), l'Associazione Sindrome di Williams, i Genitori Tosti, l'AISISD (Associazione Italiana per lo Sviluppo dell'Integrazione Sociale dei Disabili) di Quartu Sant'Elena (Cagliari), Diversamente ONLUS, Dopo di Noi di Senorbì (Cagliari), Il Girotondo di Terralba (Oristano), Is Angelus di Sinnai (Cagliari), il Centro Down, l'Associazione X-Fragile Sardegna, l'Associazione Papa Giovanni XXIII, l'ASARP (Associazione Sarda per la Riforma Psichiatrica), l'ASBI (Associazione Spina Bifida e Idrocefalo), l'AVIDICAF per l'Integrazione Sociale di Disabili, Ipovedenti, Ciechi Anziani e loro Famiglie e l'UIC (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e il Tribunale dei Diritti del Malato-Cittadinanzattiva.
Un elenco lungo, ma necessario, per dare un'idea della grande partecipazione spontanea - e pacifica - che ha potuto contare anche sulla presenza di famiglie e persone con disabilità coinvolte tramite il gruppo creato in pochi giorni in Facebook (lo si raggiunge cliccando qui), denominato No ai tagli indiscriminati di 1000 euro ai piani 162, che ha già raccolto più di 4.000 adesioni e un'ampia e partecipata discussione online.

La richiesta è stata forte, per la necessità di difendere la Legge 162 in Sardegna e di reintegrare i mille euro a piano, fondi che la Giunta Regionale - con la Deliberazione n. 55/33 del 16 dicembre scorso - dato «l'aumento degli utenti aventi diritto», aveva appunto ridotto di mille euro ad ogni progetto personalizzato, rispetto al livello di finanziamento degli anni precedenti.
Una rappresentanza delle persone con disabilità e dei loro familiari è stata quindi ricevuta dalle principali autorità istituzionali del Consiglio Regionale - tra cui i capigruppo di maggioranza e opposizione - i quali hanno confermato la straordinarietà del funzionamento della Legge (sono oltre 28.000 i progetti personalizzati per il 2010), non tacendo per altro le difficoltà di trovare le risorse adeguate e la necessità di rivedere tutto il sistema con estrema attenzione.
Spazio anche per l'ironia negli slogan dell'Associazione Pensiero felice di Alghero (Sassari) (foto di ABC Sardegna)
Spazio anche per l'ironia negli slogan dell'Associazione Pensiero felice di Alghero (Sassari) (foto di ABC Sardegna)Davanti alla richiesta dei familiari di «non recuperare economie sulla pelle dei deboli» e su una legge che, al contrario, fa risparmiare le istituzioni perché è in favore dell'inclusione ed evita l'istituzionalizzazione (quest'ultima costerebbe almeno quattro volte tanto), sia gli esponenti del governo che dell'opposizione regionale (la quale ha proposto una mozione unitaria) hanno dichiarato di volersi concretamente impegnare ad affrontare la questione e a risolvere i problemi, un impegno che per il ripristino dei fondi è stato fornito dall'assessore alla Sanità e dal direttore generale alle Politiche Sociali. Quest'ultimo ha partecipato all'assemblea del pomeriggio con le famiglie, ascoltandone le istanze ed esprimendo la volontà di aprire il confronto e il dialogo con le stesse e con le associazioni, per proposte e collaborazioni.
Da segnalare che all'iniziativa ha aderito con forza anche la Consulta delle Associazioni della Provincia di Cagliari, composta da ben trentasei organizzazioni e presieduta dal magistrato Giorgio Latti, che ha sollecitato subito anche l'azione politica della Provincia, con la presentazione e l'approvazione unanime di una mozione e di un documento che ne impegna la Giunta a intervenire presso la Regione, per la salvaguardia del livello essenziale di assistenza sociale raggiunto in dieci anni di ottima applicazione della Legge 162/98, oltre al reintegro di mille euro a piano.

Certamente grande è stata la capacità politica delle famiglie e del Comitato di mobilitare le Istituzioni: mozioni approvate in due Province (la prima in quella del Medio Campidano), convocazione del Consiglio Regionale per il 1° febbraio, con la richiesta di una mozione urgente sulla Legge 162 e anche ordini del giorno dei Comuni e assemblee, senza contare la grande eco avuta sulla stampa e sui mass media in genere o la partecipazione di sindaci e di decine di consiglieri regionali presenti agli incontri.
Il tavolo dei relatori all'assemblea pubblica di Cagliari (foto di ABC Sardegna)
Il tavolo dei relatori all'assemblea pubblica di Cagliari (foto di ABC Sardegna)Una manifestazione e una battaglia che sembrano già dare dei frutti, con le parole comunicate all'assemblea dei familiari da parte del direttore alle Politiche Sociali Roberto Abis, secondo il quale l'assessore alla Sanità Antonangelo Liori sarebbe in procinto di elaborare un emendamento al Collegato alla Finanziaria Regionale - che presto andrà in discussione - così come chiesto dalle famiglie e dal Comitato. Insieme a ciò anche la conferma della convocazione di federazioni e associazioni.

In sostanza, le famiglie hanno voluto ribadire con forza di «non potere fare passi indietro nella qualità di vita raggiunta dalle persone, nella storia di questa buona prassi attuata nella Regione Sardegna», frutto quasi decennale proprio della collaborazione tra i diretti interessati (persone con disabilità e loro famiglie) e le loro organizzazioni che, con un'amministrazione pubblica ricettiva, hanno avviato un percorso virtuoso sin dal 2000, politicamente bipartisan, che ha favorito la crescita di tutto il sistema sociale. Infatti, lo sviluppo e la promozione dei servizi a sostegno delle famiglie hanno portato - oltre al superamento di un'antica mentalità assistenzialistica - anche a benefìci occupazionali per le comunità.
No, quindi, alle mere erogazioni monetarie, sì alla qualità dei progetti, ai controlli e ai monitoraggi, ai quali ultimi le stesse famiglie hanno dichiarato di voler collaborare, chiedendo ad esempio seri controlli e verifiche sulla Commissione preposta alla concessione della certificazione di handicap grave, per evitare abusi che ricadono sulle spalle proprio delle persone in situazione di maggior gravità.
«Riteniamo fondamentale - è stato il senso di quanto rivendicato durante l'assemblea pubblica - l'azione delle nostre famiglie con e per i nostri figli con disabilità grave e gravissima, nell'attuazione del "Nulla su di Noi Senza di Noi" e in particolare rispetto ai piani personalizzati della Legge 162/98 per le persone con handicap grave, fiore all'occhiello del nostro welfare e "modello" per qualsiasi iniziativa di crescita e miglioramento dei servizi e delle politiche sociosanitarie per le persone non autosufficienti. Ora, dunque, seguiremo ancor più, insieme a tutti coloro che vorranno unirsi alla nostra battaglia, le varie fasi rivendicative e propositive, continuando ad operare tutti i giorni, più forti, per migliorare la qualità dei servizi alle persone con disabilità grave della nostra Regione, a vantaggio dell'intera nostra comunità».

Redazione Online

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