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Editoriali

ministerodellasalute 2015 02 15

Il dolore cronico rientra nella lista delle priorità della UE durante il semestre di Presidenza Italiana, che inizierà a luglio 2014. Di conseguenza, e per la prima volta, la tematica sarà portata all’attenzione di tutti i ministri della sanità dell'UE. 
Questa importante indicazione è contenuta nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea per l'anno 2014, che illustra gli orientamenti e le priorità con riferimento all'attività dell’Unione Europea, agli sviluppi del processo di integrazione europea e a ciascuna politica pubblica e iniziativa dell'Unione. 

Per i tanti che si sono spesi per questo importante risultato è sicuramente motivo di soddisfazione; ma è anche e soprattutto una sfida non da poco quella che ci attende: ridurre l’impatto del dolore cronico in Europa assicurando che il diritto ad evitare sofferenze inutili sia garantito ovunque e a chiunque. 

 

 

Ad oggi, purtroppo, non è così come la Survey realizzata in 18 Paesi da Active Citizenship Network e Pain Alliance Europe ha messo in evidenza, con gravi ripercussioni non solo dal punto di vista sociale ma anche economico, come è stato denunciato pochi giorni fa anche da uno studio condotto da Economist Intelligence Unit epresentato al Parlamento Europeo.
È arrivato pertanto il momento di unire le forze e fare squadra. Mesi fa, una piattaforma multi-stakeholder comprendente leader di organizzazioni civiche e di pazienti di una ventina di Nazioni, network europei di professionisti, funzionari ministeriali della Salute di alcuni Paesi Europei, rappresentanti delle istituzioni comunitarie e del mondo industriale si sono riuniti per discutere insieme sulle principali sfide e le possibili azioni congiunte in tema di lotta al dolore cronico.
Sono emerse delle Raccomandazioni civiche, che richiedono un'azione urgente a livello nazionale e dell'UE volta a privilegiare, sensibilizzare, educare, stimolare la ricerca e la raccolta dei dati in tema di dolore cronico, che colpisce circa il 20% della popolazione adulta in Europa.
La sfida è lunga e difficile, chi vuole contribuire ad affrontarla è il benvenuto.

Mariano Votta, Coordinatore Active Citizenship Network

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Mariano Votta

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