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Editoriali

 

logo_handicap_smallInvalidità civile: un decreto troppo vago di Teresa Petrangolini

Crediamo che sia troppo vago il decreto per la semplificazione delle procedure di invalidità civile e handicap approvato dal ministro della Salute Turco e dal ministro dell’Economia Padoa Schioppa, che individua l’elenco delle patologie escluse dalle visite di controllo per la verifica della permanenza dello stato di invalidità, in attuazione dell’art. 6 della legge 80/2006.

Si tratta infatti di un decreto che non definisce in modo chiaro quali categorie di malati cronici e disabili avranno diritto ad una vita più semplice. Per questo Cittadinanzattiva farà un’interpretazione estensiva della legge e trasmetterà alle regioni l’elenco delle patologie interessate per evitare che ci siano disparità di trattamento a livello territoriale.

Abbiamo atteso oltre un anno perché si desse attuazione ad una legge per la cui approvazione ci siamo fortemente battuti insieme alla Fish, ad 80 organizzazioni di malati cronici e a numerosi cittadini che, come noi, speravano nella semplificazione delle procedure di invalidità civile ed handicap.

Ma il rischio ora è che numerosi malati, come gli affetti da demenze gravi o da alcune patologie rare, restino fuori dalla normativa: le 12 voci individuate dai due ministeri, infatti, sono piuttosto vaghe e lasciano ampie maglie all’interpretazione. L’esperienza ci insegna che spesso a farne le spese sono i cittadini, vittime di interpretazioni restrittive. La preoccupazione, in particolare, è che ciò potrà generare, ancora una volta, disparità di trattamento per i cittadini, non solo tra le regioni ma anche tra le diverse Asl. Saranno infatti le singole commissioni a dover interpretare la documentazione clinica del cittadino e non sarà raro il ricorso alle vie legali per far valere i propri diritti, con aggravi economici per i cittadini e le pubbliche amministrazioni.

Per questo preferiamo indicare in maniera chiara le patologie, come fatto dalla regione Umbria, prima ad attuare l’art.6 comma 3 della legge 80/2006, al fine di tutelare meglio i cittadini.

Redazione Online

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