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Editoriali

governo 2015 02 18

L’amara sorpresa che si sta preparando per i portafogli delle famiglie italiane è che la manovra avrà effetto retroattivo. Le intenzioni del governo, i tagli alle deduzioni e alle detrazioni colpiranno già dal 2013 i redditi del 2012. Dunque, già le spese effettuate quest’anno avranno un peso maggiore rispetto a quanto preventivato.
L’unica buona notizia, per ora, è che non rientrano nella franchigia i contributi previdenziali e assistenziali, quelli per la previdenza complementare e quelli per le colf. Mentre non vanno a costituire il tetto massimo dei 3 mila euro le spese sanitarie, che restano detraibili al 19% senza limite. Anche se in questo caso viene introdotta la nuova franchigia di 250 euro, contro la precedente di 129,11.

La scure del governo, invece, si abbatte pesantemente sugli assegni di mantenimento al coniuge separato. Ma anche alle spese mediche e di assistenza per i disabili, ai contributi ai fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale, i contributi alle Ong per i Paesi in via di sviluppo, le erogazioni liberali a favore di istituzioni religiose, di università e fondazioni universitarie.

La stretta sulle detrazioni colpisce gli interessi sul mutuo per la prima casa, le spese per l’intermediazione immobiliare sull’acquisto dell’abitazione principale, le spese per l’asilo nido, per l’istruzione (superiore e università) e per l’attività sportiva dei figli di età compresa tra i 15 e i 18 anni (poiché ora la detrazione è per importi non superiori ai 210 euro, con la franchigia salta del tutto), le spese per l’affitto degli studenti fuori sede, le spese funebri, quelle veterinarie e per le erogazioni liberali (Onlus, associazioni sportive e di promozione sociale), le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni.

Il doppio limite di 250 euro per voce di spesa e 3.000 euro per il complesso delle detrazioni penalizza pesantemente chi spende per l’istruzione dei figli o per promuovere attività culturali. In particolare, le spese per istruzione sono detraibili anche quando sono sostenute per pagare l’iscrizione in una scuola secondaria o in un’università privata, ma la detrazione deve essere commisurata a quanto previsto per le tasse dell’istruzione pubblica e qui il contribuente deve darsi da fare per conto suo perché non esistono tabelle ministeriali di riferimento. Sono detraibili i contributi pagati per le scuole superiori, per le università e i master post laurea, e anche le scuole superiori e i corsi universitari frequentati all’estero.

I CONTI CON LA NUOVA IRPEF

Per fare un esempio. Per le donazioni alle Onlus, finora, era prevista la possibilità di versare tra 51,65 e 10 mila euro. Quindi, in teoria, sarebbe stato possibile ottenere uno sgravio fiscale fino a 1.900 euro. Con le nuove regole, invece, il massimo sconto ottenibile, e purché non vi siano altri oneri detraibili, scende ad appena 570 euro.

MAGGIORI ENTRATE – Secondo le stime del governo, il taglio di deduzioni e detrazioni garantirà maggiori entrate per 1,156 miliardi di euro, come emerge dalla relazione tecnica che accompagna il ddl. È prevista, invece, una perdita di 3,280 miliardi, a seguito della decisione di alzare di un solo punto l’Iva (rispetto all’ipotesi di due punti) e di 4,1 miliardi per il calo dell’Irpef nel 2013, di 6,5 miliardi nel 2014 e di 5,8 miliardi nel 2015.

STRETTA PER L’ASSISTENZA DEI DISABILI – Fa discutere, in particolare, la stretta sui permessi concessi ai dipendenti pubblici per l’assistenza a parenti disabili. Nella Relazione tecnica si calcola anche che ammontano a 49,8 mln i risparmi che si otterrebbero con la stretta ai permessi della 104 per i lavoratori pubblici che assistono un parente disabile. In pratica, la norma tagliava del 50% lo stipendio per i tre giorni di permesso previsti per assistere un figlio o una moglie disabile ed escludeva il permesso per assistere i genitori. Ma tale riduzione era stata ritenuta incostituzionale dal Presidente della Repubblica perché creava uno squilibrio permessi rilasciati ai lavoratori del settore privato.

Tagli alla sanità, agli enti locali, al welfare:   è una manovra insostenibile, un'altra batosta per i cittadini. I tagli di 1 miliardo di euro alla sanità, di 1 miliardo agli enti locali, il blocco dei contratti per gli statali e l'aumento dell'IVA di 1 punto percentuale produrranno ulteriori e pesanti difficoltà economiche per la gran parte dei cittadini

Non ci sono misure per la crescita e per l'equità (nè patrimoniale, nè maggiore imposizione fiscale per lo scaglione più alto dell'Irpef). Non ci sono le riduzioni della spesa militare (anzi 58 milioni vengono stanziati per il quartier generale della Nato) e ci sono invece ulteriori alienazioni del demanio pubblico e la decisione di lasciare le città al buio,in barba alla sicurezza dei cittadini.

E’ una manovra iniqua e depressiva che, in ossequio alle politiche di austerity, continua ad impoverire il paese e a farlo sprofondare in una crisi economica. L’Italia avrebbe bisogno di altre politiche, quelle che il governo Monti non sta facendo : politiche espansive e non recessive, redistributive e non di tagli lineari, di sviluppo e di intervento pubblico e non di gestione.

La Legge anticorruzione.

Il tormentone è sempre quello della legge anti-corruzione che politicamente rappresenta un segnale importante, ma in sé contiene delle manifeste insufficienze: mancano l’auto-riciclaggio, la prescrizione lunga, il falso in bilancio riportato al vero reato che era e non al simulacro frutto della “cura” Berlusconi. Nulla sulla non candidabilità dei condannati definitivi.

Adesso  c’è lo scandalo di Milano e Severino parla di Seconda Tangentopoli. Ma non sfugge certo al Guardasigilli – che di mestiere peraltro fa l’avvocato – che Tangentopoli non è mai finita, è sempre stata lì, con i politici ladri e pronti a mungere la mucca pubblica.

E allora? La gente, gli italiani, quelli che contano e quelli che non contano niente ma esistono e pagano le tasse e fanno fatica ad arrivare alla fine del mese (  sempre più di frequente non ci arrivano perché gli stipendi non valgono più nulla), vogliono che una VERA legge anti-corruzione sia approvata. Ci sarebbe ancora tempo per migliorare questa – due anni in più per la concussione per induzione, norma immediata e non delega neppure di un giorno per l’incandidabilità – ma ognuno si assuma almeno le sue responsabilità, a cominciare dal Pd che in questa battaglia, se c’era, non s’è neppure visto. Responsabilità di dire: signori, più di questo noi politici non sappiamo fare, questa maggioranza non ci consente altro, l’Europa pretende la prescrizione lunga contro la corruzione ma Berlusconi non la vuole, i reati dei colletti bianchi potrebbero essere colpiti più duramente ma non si ha il coraggio di farlo.  

Ddl anticorruzione. Vediamo cosa manca. Prescrizione? Chi l’ha vista. Falso in bilancio? Non contemplato. Autoriciclaggio? Nessuna traccia. Eppure, è stato inserito persino nella lista dei reati in Vaticano. Voto di scambio? Non previsto.

E allora, di cosa stiamo parlando? Del nulla, di un’arma spuntata, di un passo indietro,  di un ddl deludente che non segna nessuna svolta, come ha ribadito   il presidente dell’Anm Sabelli. Piercamillo Davigo ha stigmatizzato: “L’elenco di quello che manca è infinito”. Desolatamente infinito.

Monti ha detto di averci messo la faccia. Su cosa? Su uno strumento di pubblicità ingannevole, perché venduto come strumento efficace di lotta alla corruzione mentre tale non è. L’Europa ce lo aveva chiesto. Ora, bene che vada, al cospetto della Ue porteremo un trofeo avariato, un prodotto dal marchio contraffatto.

Per la prescrizione, il falso in bilancio, l’autoriciclaggio, ripassate domani, dice il governo dei tecnici. Vedremo, faremo, provvederemo. A meno di sei mesi dalla fine della legislatura vien da se che non vedranno, non faranno, non provvederanno.

Il ministro Severino,   ha scarsa  libertà d’azione   perché sa che dalle sue azioni dipende la sopravvivenza stessa del governo. Questo ricatto permanente si traduce in una mazzata al nostro Stato, che avrebbe bisogno di nuove regole, di trasparenza, di legalità.

In tutti i paesi del mondo che si riconoscono nell’ampio pensiero politico del liberalismo (di destra e di sinistra) e che applicano questi principi anche all’economia, le norme sul falso in bilancio sono severissime, così come quelle sulla corruzione. Negli Stati Uniti la lotta al falso in bilancio è una regola quasi religiosa. E non potrebbe essere altrimenti, perché si tratta dell’architrave del sistema economico e di mercato. Se le società presentano bilanci falsi, tutto il sistema crolla.

L’ostruzionismo dei politici che osteggiano queste basilari regole provocano un danno enorme per tutta l’Italia.

Quousque tandem abutere, patientia nostra?, "Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?" che, tradotte, Cicerone mi perdoni, significano  Fino a quando abuserai della nostra pazienza?Quanto a lungo ancora codesta  follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà la sfrenata audacia?".

Aldo Cerulli, Segretario Regionale Cittadinanzattiva Abruzzo

Redazione Online

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