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Editoriali

 

Oggi più che mai registriamo come l’intoccabilità di tutti quei diritti previsti dalla nostra Carta Costituzionale, che qualificano il grado di civiltà di uno Stato, stia venendo meno.
Oggi, quei diritti sono messi fortemente sotto attacco da coloro i quali, non volendo e non essendo in grado di sostenerli attraverso specifiche politiche sanitarie, sociali ed economiche, preferiscono considerarli come una delle tante fonti di spesa, da ridurre ad ogni costo: una sorta di palla al piede per lo Stato.
Per comprendere il senso di queste affermazioni credo sia importante partire dall’art. 38 della Costituzione Italiana: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.

I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. “ 

Nonostante il dettato costituzionale, constatiamo purtroppo che la legge di stabilità 2011 riduce fortemente le risorse a disposizione per l’attuazione delle politiche sociali: dai 929 milioni di euro del 2008 si è passati ai 273 per il 2011 e ai 44 milioni per il 2013. Molto peggio è andata al fondo per la non autosufficienza, che dal 2011 in poi è stato azzerato.
Se tutto ciò non bastasse, l’INPS, rispettando un preciso mandato del Governo e in particolare del Ministro Tremonti, ha voluto completare l’opera di smantellamento del nostro sistema di welfare, incidendo pesantemente e negativamente anche sulle misere indennità di invalidità e accompagnamento, che oggi, alla luce dei tagli sopra riportati, avrebbero potuto ancora rappresentare una forma di sostegno economico da parte dello Stato per quella categoria di soggetti che versano in condizione di fragilità.
L’aspetto più subdolo di tutto questa storia è che con la scusa della lotta ai falsi invalidi, l’INPS sta di fatto procedendo al taglio indiscriminato delle pensioni d’invalidità ed accompagnamento, anche nei confronti di coloro che sono nel pieno diritto di goderne.
Moltissimi cittadini devono attendere tempi insostenibili per il riconoscimento delle minorazioni civili e delle indennità correlate, a causa dell’inefficienza delle procedure informatiche e della moltiplicazione dei passaggi burocratici; sono obbligati ad ulteriori accertamenti in contrasto con gli obiettivi di semplificazione e di rispetto della dignità della persona, sono costretti ad attendere a lungo i verbali degli accertamenti sanitari e a fare i conti con procedure di pagamento bloccate da tempo, e, in generale, incontrano numerosi ostacoli all’esercizio del diritto di accesso alle indennità. Questioni queste sollevate e riconosciute  anche dall’Associazione Nazionale Medici INPS, con una lettera indirizzata ai vertici dell’Istituto.
Rispetto a quest’ultimo aspetto non possiamo non denunciare la grave restrizione dei requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di accompagnamento, attuata dall’INPS, che reintroduce criteri di assegnazione dell’accompagnamento già bocciati dal Parlamento nel corso dell’approvazione della Legge 30 luglio 2010 n. 122. In sostanza, viene aggirata una decisione del Parlamento sovrano, scaturita dalle vibrate proteste delle organizzazioni di tutela dei diritti degli invalidi. Comportamento, questo, diventato ormai prassi per il nostro Governo; basti pensare al numero di Decreti Legge approvati per rendersi conto di come il Parlamento sia stato esautorato delle sue funzioni.
Se queste sono le politiche dello Stato sull’argomento, non possiamo non segnalare come anche molte testate giornalistiche abbiano trattato l’argomento con superficialità e  con toni che ledono fortemente la dignità e l’immagine delle vere persone con disabilità, le quali si sono viste definire come “scrocconi”, “furbi”, se non peggio.
E ancora, molti giornali hanno diffuso dati dell’INPS relativi al programma straordinario di verifiche del 2010, sulla cui attendibilità vi è più di qualche dubbio.
Una prima smentita ufficiale è infatti pervenuta proprio dal Direttore provinciale della sede Inps di Cagliari, Antonello Angius. Una seconda smentita dall’ufficio stampa INPS di Roma. A questo punto è sotto gli occhi di tutti che la posta in gioco stia diventando altissima per tutti i cittadini italiani. E’ in ballo il futuro del nostro sistema sociale, il principio di coesione, il rispetto e l’esigibilità dei diritti previsti dalla Costituzione e, non meno importante, la dignità delle persone con disabilità.
E’ proprio per questo che Cittadinanzattiva ha promosso la campagna di mobilitazione e tutela dal titolo “sono un VIP” (Very Invalid People), per riaffermare il diritto dei cittadini ad ottenere legittimamente le “indennità economiche correlate al riconoscimento delle minorazioni civili”. Attraverso la campagna singoli cittadini e organizzazioni possono far sentire la propria voce sottoscrivendo l’appello rivolto alle Istituzioni competenti. Sensibilizzeremo i Parlamentari affinché vengano adottate azioni volte a ripristinare la certezza del diritto. Infine siamo pronti a manifestare per testimoniare con forza il nostro NO agli abusi di potere. E’ una battaglia che dobbiamo combattere insieme: solo una voce corale può essere vincente. Il mese di maggio ci vedrà protagonisti nelle piazze di tutta Italia.

Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del CNAMC-Cittadinanzattiva

Tonino Aceti

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