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Editoriali

Il 19 aprile a Roma, presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, si è tenuta la VI edizione del Premio delle Buone Pratiche di Educazione alla sicurezza e alla salute a Scuola “Vito Scafidi”. Il Premio fa parte della Campagna Impararesicuri, che quest’anno festeggia il suo Decennale. A questa sesta edizione del Premio hanno concorso 158 progetti, da 17 regioni: 105 (66%) da piccoli centri e 53 (34%) da capoluoghi di provincia. Complessivamente nelle sei annualità, il Premio ha raccolto, premiato e diffuso 1.201 buone pratiche. Cittadinanzattiva dedica questo premio da 4 anni a Vito Scafidi, il ragazzo morto nel crollo del controsoffitto del Liceo Darwin di Rivoli il 22 novembre 2008, ritenendo che la memoria sempre, ma ancora di più in questo caso, rivesta un’importanza educativa in quanto è una virtù civica e democratica da praticare tutti, ma soprattutto da non far mai mancare ai giovani.

 

Il suo amico e compagno di scuola, Andrea Macrì, ferito gravemente e in modo permanente nel novembre 2008, dedica a lui ogni sua vittoria sportiva; la sua scuola, il Liceo Darwin di Rivoli, invece, ha scelto di non cambiare l’intestazione della scuola né di affiggere il murales raffigurante Vito, realizzato da studenti romani tre giorni dopo la tragedia, con l’intento di dimenticare o rimuovere quella tragedia.

A fronte di un impegno consistente e significativo delle scuole per lo sviluppo della cultura della sicurezza, come il Premio dimostra con l’alto numero di progetti realizzati su questa tematica, si assiste ancora ad un inadeguato impegno da parte delle istituzioni nazionali e locali, fatte salve alcune eccezioni, nel mettere mano alla gravissima emergenza in cui versano oltre un terzo delle scuole italiane.
Solo qualche giorno fa il Procuratore di Torino, Raffaele Guariniello ha scritto al ministro Francesco Profumo per segnalare ''un problema generale di indisponibilità economica per interventi di manutenzione sugli edifici scolastici della Provincia''. Allo stesso Liceo Darwin, dove è morto Vito, continuano ad esserci diverse criticità. Non ultima, il fatto che i lavori dell’area dissequestrata non siano ancora iniziati.
E’ drammatico constatare che proprio il Liceo Darwin, che avrebbe dovuto essere l’emblema dell’impegno per la messa in sicurezza delle scuole italiane, rappresenti, invece, il paradosso di una scuola che, pur avendo vissuto la tragedia di Vito Scafidi, si trovi ancora, essa stessa, in una situazione di grave insicurezza.
E noi ci siamo uniti al suo appello, al momento senza risposta.

Negli ultimi due anni sono comparsi in misura crescente e in modo spontaneo, progetti legati alla sussidiarietà e al volontariato che, in una certa misura rappresentano due facce della stessa medaglia: la cittadinanza attiva.
Nel caso della sussidiarietà colpisce come si stiano moltiplicando anche se in sordina, episodi legati all’intervento dei cittadini, in applicazione, per lo più inconsapevole e spontanea dell’art. 118 u.c., di tipo sussidiario, rispetto proprio alla manutenzione degli ambienti scolastici, alla dotazione di arredi ed attrezzature adeguate, al miglioramento della qualità e della sicurezza delle strutture scolastiche. Il progetto del Comitato dei Genitori di Corsico (https://sites.google.com/site/cgistitutogalilei/.) ne è un esempio concreto.
Legato a questo, anche il Premio registra il moltiplicarsi di progetti legati alla possibilità di coinvolgere i ragazzi anche minorenni, in esperienze di volontariato rispetto alla difesa del territorio o verso i soggetti più deboli. L’esperienza della Scuola Media di Ostini come volontari di protezione civile e del Liceo Scientifico di Foligno, nei confronti di un gruppo di ergastolani, testimoniano dell’importanza di queste esperienze più di mille parole.
Anche su questo, però, il nostro Paese si muove in modo contraddittorio: da una parte il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio, qualche giorno fa, oltre a dichiararsi loro stessi “volontari”, hanno sottolineato con forza l’importanza del volontariato per le sorti del Paese. Dall’altra, c’è il numero , in brusca discesa, dei ragazzi avviati al servizio civile volontario passati dai 71.940 del 2006 ai 17.442 del 2011! Un’esperienza complessa, con luci ed ombre, certamente da rivedere ma che ha rappresentato in questi anni un’opportunità significativa e per molti versi immancabile per un giovane. Eppure, la stiamo facendo morire, poco a poco.

Il premio riflette tutto questo e contribuisce a dare concretezza e visibilità a quella tanto nominata, agognata ma ancora poco praticata “educazione civica”.

 

Adriana Bizzarri

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