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Cittadinanzattiva su caso Aiello: la giustizia di ferma di fronte ad un menù! il Ministro riferisca in Parlamento sulle conclusioni delle indagini

"La lotta alla mafia e alla corruzione si ferma di fronte ad un piatto di fave e piselli", questo il commento di Cittadinanzattiva a proposito della conclusione dell'indagine ministeriale sulla detenzione del boss della sanità privata siciliana Michele Aiello.
"Sorprende che gli ispettori del Ministero della Giustizia non abbiano trovato alcuna irregolarità nella gestione del caso Aiello. Non si può rimettere nel suo terreno di coltura un mafioso e corrotto conclamato, perché la direzione penitenziaria non è in grado di garantire la sostituzione dei pasti. La giustizia si ferma di fronte ad un menù", si chiede Laura Liberto, coordinatrice di Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva.


"Allo stesso tempo stupisce la disparità di trattamento rispetto ad altri detenuti che – pur responsabili di reati molto meno gravi e con altrettanti o più importanti problemi di salute – restano in carcere a scontare la loro pena. Non possiamo accettare che la giustizia italiana distingua tra detenuti di serie A e B né che venga meno l'impegno necessario per contrastare la reiterazione dei reati di mafia e corruzione. Specie in un momento come questo in cui la società civile e lo stesso Parlamento sono impegnati a promuovere una normativa anticorruzione più efficace".
"Chiediamo dunque che il Ministro della Giustizia Paola Severino riferisca al più presto alle Camere sulle conclusioni di questa indagine, nella speranza che vengano individuate le misure necessarie per garantire la serietà e l'efficacia della pena, pur nel rispetto dei problemi di salute del condannato".

Aurora Avenoso

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