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L'integrazione si fa nel cortile, però rimesso a nuovo, grazie al lavoro congiunto di studenti, famiglie ed insegnanti. Succede nella scuola Sabin di corso Vercelli 157 a Torino, dove, su 613 studenti frequentanti, ben 406 sono figli di genitori stranieri.

"Si è lavorato sul verde e sul cibo, sull'arte e sul gioco", spiega l'archietetto Valeria Cottino, scoprendo ad esempio che le donne nordafricane, spesso velate, hanno una sorprendente vitalità "che si traduce in canti e balli, come se fosse uno spazio di libertà, nella scuola dei figli".

Dopo i laboratori fatti da Artenfant, Philosophy Kitchen, Save the Children e Teatro Sequenza, dopo le merende, l'orto e le feste in cortile, ecco la fase due: il rifacimento della pavimentazione e dell'anfiteatro, l'arrivo degli arredi, la costruzione collettiva delle sagome dei dinosauri.

Leggi tutto sull'edizione torinese di Repubblica.

Aurora Avenoso

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