La didattica a distanza ha escluso quasi un alunno disabile su quattro. Ben oltre, dunque, la soglia dell'8% di bambini e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado rimasto escluso da una qualsiasi forma di didattica a distanza, nonostante gli sforzi di dirigenti, docenti e famiglie. A dirlo è il X Rapporto BES dell'Istat sul benessere equo e sostenibile.
"Oltre alla disponibilità di dispositivi informatici, la improvvisa e necessaria introduzione della didattica a distanza si è scontrata con le difficoltà nelle competenze digitali della popolazione italiana, che presenta una delle situazioni peggiori in Europa".
"Nel 2019, tra gli individui di 16- 74 anni, soltanto il 22% ha dichiarato di avere competenze digitali elevate (contro il 31% nella Ue27), cioè di essere in grado di svolgere diverse attività nei 4 domini dell’informazione, della comunicazione, nel problem solving e nella creazione di contenuti. La maggioranza degli individui è in possesso di competenze basse (32%) o di base (19%), mentre il 3,4% ha competenze praticamente nulle e il 24% dichiara di non aver usato internet negli ultimi 3 mesi. L’età rimane un fattore importante: i giovani di 20-24 anni hanno livelli avanzati di competenze nel 41,5% e i ragazzi di 16-19 anni nel 36,2% mentre la quota diminuisce all’aumentare dell’età e arriva al 20,3% tra le persone di 45-54 anni e al 4,4% tra le più anziane di 65-74 anni". E' quanto si legge nel Rapporto BES 2020 dell'Istat scaricabile a questo link.
In questa nuova edizione del Rapporto, si è dato corso all’arricchimento del panorama informativo sui temi che più di altri hanno impatto oggi sul benessere dei cittadini: la salute e i servizi sanitari, le risorse digitali, il cambiamento climatico e il capitale umano, quest’ultimo sia in termini di formazione che di potenziale produttivo.
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