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Approfondimenti

Intervista con María Cruz Esquivel, presidente della Corporación Tribunal de Derechos di Cartagena de Indias

1.Cruz Maria, iniziamo quest’intervista presentando la sua organizzazione a chi non la conosce fuori dalla Colombia
A metà del 2009 sono arrivati nel quartiere “La Esperanza” alcuni funzionari delle Nazioni Unite e di un’ organizzazione Italiana, che volevano discutere di temi legati alla salute e alla partecipazione.

Inizialmente eravamo piuttosto perplessi, soprattutto perchè a Cartagena molte istituzioni si presentano nei quartieri per presentare progetti e attività che non portano mai a niente. In questo caso si trattava di un volontariato, qualcosa di anomalo tra le comunità piuttosto povere. Nonostante ciò, l’idea di difendere la salute nella nostra comunità ci pareva interessante.

 

In quei giorni, un gruppo di persone, soprattutto casalinghe e studenti del quartiere accettarono di prendere parte a questo progetto e Cittadinanzattiva (l’organizzazione italiana) ci appoggiò con attività di formazione e ci mise in contatto con le autorità sanitarie locali quali la ESE – Empresa Social del Estado de primer nivel de Atención (equivalente alla nostra ASL, n.d.r.) e relativi ambulatori (chiamati CAP – Centro de Atención Primaria) presenti nel nostro quartiere La Esperanza.

Oltre al nostro gruppo, Cittadinanzattiva e il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (in inglese United Nations Development Programme – UNDP) proseguivano l’attività di difesa dei diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi pubblici, anche con altri gruppi di cittadini di diversi quartieri, formandoli e aiutandoli a creare Comitati civici (cosiddetti Comités Desarrollo y Control Social) dedicati alla difesa degli utenti.

Con un gruppo di cittadini del quartiere La Esperanza, composto per lo più da donne, si è creato il Tribunale per i diritti del malato nel marzo del 2011, mentre altri gruppi di cittadini (dei quartieri di El Pozón, La Reina, Daniel Lemaitre e altri) si sono costituiti ulteriori Comitati civici successivamente riconosciuti ufficialmente dall’amministrazione comunale.

Con l’appoggio delle Università (del Sinú, Tecnológico Comfenalco e Rafael Nuñez), Cittadinanzattiva e UNDP hanno iniziato campagne di sensibilizzazione facendo al tempo stesso formazione anche su come gestire centri cittadini di orientamento e tutela.

Tali centri sono stati chiamati rispettivamente Tribunale per i diritti del malato (quello che si occupa di sanità) in continuità con l’esperienza italiana di Cittadinanzattiva, e PAC (Punto de Atención Ciudadana) in analogia con quanto i cittadini di Pasto, nella regione colombiana di Nariño, stavano facendo sempre con Cittadinanzattiva e UNDP.

Abbiamo scelto come slogan “cittadini per i cittadini” perchè noi che gestiamo questi centri viviamo negli stessi quartieri e soffriamo delle stesse ristrettezze e problematicità che soffrono le persone che si rivolgono ai centri. Siamo insomma tutti cittadini e viviamo la stessa realtà, da qui lo slogan e la nostra decisione di formarci per aiutare i nostri vicini e familiari a difendere i propri diritti.

Nel mio caso, l’impotenza davanti alla morte di mio nipote a causa della mancata presa in carico rapida e opportuna, mi ha motivato a partecipare; oggi provo soddisfazione nel poter aiutare i pazienti attraverso questa attività con risultati visibili. Tutto ciò ci spinge a continuare ad aggiornarci per evitare che continui a succedere ciò che attualmente sta accadendo nel campo della salute, e per far sì che il cittadino non viva nell’ignoranza di quali siano i suoi diritti.

L’Associazione (Corporación Tribunal de Derechos) si è costituita come attore giuridico dopo tre anni di esperienza e consolidamento del gruppo di lavoro attraverso un processo democratico mediante un’assemblea dove tutti hanno avuto modo di partecipare sin dalla fase dalla scrittura dello statuto sino all’elezione degli organi di direzione.

 

2. Tutelare i diritti a Cartagena: in che modo ci riuscite?
L’attività di difesa e promozione dei diritti la svolgiamo presso un ufficio che ci è stato ceduto dalla ESE di Cartagena de Indias presso il poliambulatorio CAP de La Esperanza grazie ad un accordo con Cittadinanzattiva. Lì ci incontriamo tutti i giorni dalle 8 alle 10:30 (a volte oltre) e riceviamo e cerchiamo di risolvere ogni caso o dubbio che i pazienti o i loro familiari ci pongono. Ciascun caso viene registrato e ci adoperiamo a seguirli fino alla loro risoluzione. Per i casi più complicati contiamo sull’aiuto tecnico degli studenti dell’Istituto Tecnológico Comfenalco (nei casi riguardanti la salute) e dell’Università del Sinú (nei casi dei servizi pubblici), così come dei rispettivi docenti del consultorio giuridico per le questioni di maggiore complessità. Presso lo sportello del Punto de Atención Ciudadana che si occupa dei servizi pubblici l’orario di ricevimento è tutti i giorni dalle 8 alle 12 o oltre.

Attualmente contiamo su 31 volontari (in maggioranza donne) oltre a 20 cittadini provenienti dal Dipartimento Servizi Sociali inviatici dall’amministrazione comunale, che si formano con noi per migliorare le proprie abilità per affrontare il futuro, benché le difficoltà personali di ognuno rendano difficile questa attività di volontariato, considerando anche che la maggior parte di noi è una madre capo famiglia con scarse risorse economiche e con tutte le incombenze domestiche da sbrigare.

3. Qual’ è la sua motivazione personale in quest’attività sociale e le motivazioni che avvicinano molti cittadini a questa realtà?
Ci motivano le ingiustizie e gli svantaggi che subiamo noi cittadini a basso reddito nei confronti del sistema sanitario; ci motiva l’idea di formarci come lider civici e imparare dall’esperienza quotidiana; ci motiva il benessere delle nostre famiglie e sapere che contiamo su alleati disposti ad accompagnarci nella nostra attività.

4. Con chi lavorate?
Con i cittadini che ci portano le loro problematiche, con le Università citate, il Dipartimento Servizi Sociali dell’amministrazione comunale di Cartagena, l’UNDP, l’ESE, con chi coordina gli ambulatori del CAP e altri.

5. In materia di salute, quali sono i problemi più gravi che riguardano gli abitanti di Cartagena?
a) L’urgenza. Per esempio, ritardi nell’assistenza di pronto soccorso, infatti i pazienti vengono da noi per sollecitare di nuovo l'intervento, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di problemi d’informazione del paziente stesso che si dispera e non comprende che ci sono casi più gravi e urgenti del suo che hanno la precedenza.

b) Burocrazia (doppia affiliazione al sistema sanitario). Per esempio quando una persona che in regime di assistenza sanitaria sussidiata (prestazioni sanitarie minime fornite dallo Stato) perchè disoccupato trova lavoro, passa al sistema contributivo di prestazioni sanitarie. Se dovesse poi perdere il lavoro quelle agevolazioni di cui godeva prima come disoccupato non gli vengono più riconosciute e ciò provoca confusione e disagi.

c) Mancato accesso alle medicine. È il caso di pazienti poveri che non hanno soldi e che in caso di bisogno non ricevono le medicine e si vedono costretti o a comprarle o ad aspettare un’autorizzazione che gli permetta di ottenerle.

d) Accesso a cure adeguate e tempestive. Molti sono i casi di ritardi per appuntamenti, cure, consegna delle medicine. In molte occasioni questo ritardo supera il tempo che il paziente si può permettere di aspettare.

6. In materia di servizi pubblici domiciliari, quali sono i problemi più gravi che devono affrontare gli abitanti di Cartagena?
a) Costi dei servizi e aumenti della fatturazione
b) Pagamenti per servizi non prestati o non richiesti dagli utenti
c) Incremento delle rate in caso di morosità
d) Ritiro e revisione dei contatori
e) Aumento del consumo fatturato a seguito del cambio dei contatori
f) Sospensione del servizio per essersi opposti alla revisione o cambio dei contatori
g) Informazione di carattere generale sui servizi
h) Interruzioni nelle reti

7. Negli ultimi due anni, quali sono state le attività più rilevanti che avete svolto?
a) Assistenza e orientamento a più di 2000 cittadini in 4 anni
b) Campagne di sensibilizzazione
c) Informazione a cittadini di diversi quartieri della città
d) Partecipazione allo studio dell'UNDP “Rischi di Corruzione nel settore sanitario in Colombia. Studio del caso di Cartagena”
e) Partnership con istituzioni in ambito di servizi pubblici e salute

8. Quali sono gli obiettivi per i prossimi anni, e di cosa c’è bisogno per realizzarli?
a) Che esista un centro di assistenza in ogni quartiere della città perchè ci sono più di 50 quartieri a Cartagena, e diffondere questa iniziativa in ogni angolo della Colombia;
b) Rafforzare le partnership e creare relazioni solide con tutti gli stakeholders in tema di servizi pubblici e salute;
c) Incidere nella politica sanitaria attraverso la realizzazione di studi, ricerche e progetti. Essere protagonisti nella politica locale, regionale e nazionale.
d) Far sì che più persone si formino e si organizzino per la difesa dei propri diritti.

Intervista a cura di Mariano Votta, Direttore Active Citizenship Network News, agosto 2014

Contatti:

Cruz María Esquivel

Presidente Corporación Tribunal de Derechos de Cartagena, Colombia

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Mariano Votta

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