“Vorrei delle tasse di scopo: per esempio sulle bibite gasate e sulle merendine o tasse sui voli aerei che inquinano. L’idea è: faccio un’attività che inquina (volare), ho un sistema di alimentazione sbagliato? Metto una piccola tassa e con questa finanzio attività utili, la scuola e stili di vita sani”. A pronunciare queste parole è stato il Ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, scatenando una scia di prese di posizione a favore e contro la cosiddetta sugar tax. In realtà nelle ultime ore è arrivato il Premier Conte a chiudere la questione, almeno per il momento: «Nel documento odierno (Legge di bilancio, ndr) non abbiamo considerato di tassare le merendine. Vorrei incentivare comportamenti alimentari consapevoli come il consumo di frutta fresca e latte ma senza provvedimenti penalizzanti», ha dichiarato a Skuola.net
Ma cosa succede negli altri Paesi europei? Chi ha applicato e chi no la tassa sulle merendine? E con quali effetti?
"Scienza in rete", testata giornalistica di attualità e cultura scientifica dell'Agenzia Zadig, fa il punto sulla questione e riporta i dati di uno studio dell'OMS, presentato a giugno 2019, sullo stato nutrizionale dei bambini delle scuole primarie di 35 Stati nel 2015-17. Dall’indagine è emerso che in l’Italia è uno dei 4 Paesi (insieme a Cipro, Grecia e Spagna) in cui sono state rilevate le più alte percentuali di bambini in eccesso ponderale: