La prevenzione è uno strumento per ridurre le disuguaglianze legate a condizioni sociali, economiche e culturali, in tutte le condizioni patologiche, a maggior ragione se parliamo di tumori. Il tasso di sopravvivenza al cancro, infatti, è più alto oggi tra le persone più informate, ma il dato potrebbe modificarsi se ci fosse una maggiore conoscenza dei programmi di screening organizzato, che ancora oggi scontano difformità territoriali sul livello di conoscenza e adesione delle popolazione.
Per questo intendiamo proseguire il nostro compito di informazione e sensibilizzazione sul tema con la campagna #Nonaspettare.
L'obiettivo di questa seconda edizione è quello di raggiungere una larga fascia della popolazione, informarla sui rischi di tali patologie e sull’importanza della prevenzione ed aumentare, di conseguenza, l’adesione agli screening organizzati attraverso il racconto di 8 persone - alcune con patologie croniche - di come hanno vissuto e vivono gli screening durante il periodo Covid.
LA STORIA DI ANGELA
Sono Angela ho 65 anni. Aderisco sempre all’invito a fare la mammografia, ben sapendo che, in caso di problemi, è meglio affrontarli subito.
Ultimamente purtroppo, dopo l’esame ho dovuto fare degli approfondimenti e l’esito è stato di quelli che non si vorrebbero sentire.
Sto affrontando questo periodo difficile con l’aiuto delle persone care e con il personale sanitario, gentile e accogliente, che mi indica il percorso da seguire. Mi sento protetta, vado avanti con fiducia avendo avuto ulteriore conferma dell’insostituibile valore della prevenzione.
LA STORIA DI LUCIA
Sono Lucia, vivo in Italia da dodici anni, sono moldava e di professione faccio la badante; da quando ho la residenza ricevo regolarmente le lettere di invito a fare gli screening oncologici da parte della AUSL e aderisco sempre perché è una cosa molto importante.
Tutte le mie amiche moldave si sottopongono agli screening. Nel 2020 non ho ricevuto l’invito, probabilmente perché ho cambiato zona di residenza.
Potrei telefonare ma preferisco di no, voglio aspettare che si corrano meno rischi di contagio nel recarsi nelle strutture sanitarie, ho più paura del covid che del cancro.
LA STORIA DI CHIARA
Mi chiamo Chiara, negli ultimi giorni di maggio 2020, alla fine del lockdown, ho scoperto una secrezione mammaria, scoperta che ha stravolto la mia vita. Mi sono attivata immediatamente per fare un controllo e ho trovato posto in clinica il giorno seguente perché molte donne avevano rinunciato allo screening per via del covid. Nessun ritardo a causa dell'emergenza, anzi. Nemmeno un mese dopo, la diagnosi ha confermato il tumore e il 5 agosto ho subito l'intervento di mastectomia e a tutt’oggi sto sostenendo la chemioterapia.
LA STORIA DI FRANCESCO
Sono Francesco, a 52 anni mi è stato diagnosticato un cancro al colon retto. Sono stato molto fortunato perché prima di questa diagnosi, a causa della mia paura della colonscopia, che era più forte della paura di morire, avevo sempre ignorato il consiglio del mio medico curante che ogni due anni insisteva perché mi controllassi. Ero sano, non avevo casi di cancro al colon in famiglia, dunque non volevo saperne di screening. Solo l’insistenza dei familiari e le prove dell’importanza di un controllo accurato mi hanno salvato la vita. Il cancro è stato preso in tempo ed oggi ho una cura che mi permetterà di vivere più a lungo.
LA STORIA DI IRINA
Mi chiamo Irina, sono ucraina e vivo in Italia da dieci anni. Ricevo regolarmente l’invito a fare gli screening e partecipo sempre. Nel 2020 però, pur avendo ricevuto a febbraio l’invito per lo screening per il tumore del colon retto, ho dovuto rimandare perché a marzo il servizio è stato sospeso. Nel frattempo ho perso la lettera di invito. Quando a maggio ho telefonato per informare che avevo perso la convocazione mi hanno dato subito un nuovo appuntamento. Il personale è molto gentile e competente, tutte le mie connazionali, qui, aderiscono alla chiamata agli screening.
LA STORIA DI DANIELA
Sono Daniela, nel 2015 mi fu diagnosticato un tumore al colon. Durante la mia esperienza di malattia, ho capito la grande importanza degli screening di prevenzione e consiglio a tutti di approfittare di questa stupenda possibilità che ci viene data. Io mi ritengo fortunata, faccio i miei controlli, ma devo ringraziare del fatto di aver scoperto in tempo, grazie allo screening, questo “mostro” che mi aveva colpito. Sono una persona molto meticolosa nei controlli. Durante il periodo Covid-19, sono riuscita a sfruttare sia il follow up che i controlli dello screening.
LA STORIA DI VIOLETTA
Il mio nome è Violetta, vengo dall’Ucraina e sono in Italia da dieci anni; essendo arrivata qui come straniera sento l’esigenza di aiutare le persone straniere ad orientarsi in questo Paese, per questo faccio volontariato. Da anni ricevo regolarmente le lettere di convocazione per gli screening e li ho sempre fatti, perché ne riconosco la grande utilità. A marzo 2020 avevo l’invito per il paptest ma per via del Covid l’ho saltato. Nella lettera comunque c’è scritto che basta presentarsi la mattina senza prenotazione e si può fare lo screening, lo farò quanto prima.
LA STORIA DI PAOLA
Mi chiamo Paola, ho 68 anni. Dall’attivazione dei programmi di screening (mammella, utero, colon-retto) ho risposto agli inviti, consapevole della loro fondamentale importanza al fine di una diagnosi precoce e di una cura mirata. Cinque anni fa una mammografia ha dato esito positivo. Il percorso già organizzato, la presa in carico e l’accompagnamento attento e disponibile da parte dei sanitari mi hanno consentito di essere sottoposta tempestivamente a quadrantectomia e radioterapia, continuando ad oggi il follow up consigliato. Devo alla diagnosi precoce l’ottima riuscita della terapia.
Anno di realizzazione: 2021 (in corso)
Per maggiori informazioni contattare
Roberta passerini:
In collaborazione con :
AMICI ONLUS – ANNA – CNOP – EUROPA DONNA – FAIS FAND – FEDERFARMA – FIMMG -FISMAD FNOPI -GISMa – ONS – SIED
Il progetto è realizzato con il contributo non condizionato di