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Cittadinanzattiva su ddl su processo breve: una parziale amnistia, un annuncio di prescrizione certa per reati importanti, come quello per errore medico o del risparmio tradito.

 

"Il ddl sul processo breve depositato oggi in Senato non aiuta a risolvere l'irragionevole durata dei processi, assomiglia, di fatto, ad una parziale amnistia, ci pare assai discutibile sotto il profilo della qualità delle norme". Questo il primo commento di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, organizzazione che proprio martedì scorso ha presentato a Roma il 1° Rapporto Pit su cittadini e giustizia in Italia.

"Una vera riforma della giustizia ha bisogno di scelte più organiche e radicali. Sarebbe, per esempio fondamentale, introdurre la sospensione del corso della prescrizione per tutta la durata del processo, come già previsto per il processo civile".

"Imporre per legge una durata di due anni", continua Petrangolini, "porterebbe sì al rispetto formale dei termini per la giusta durata del processo, ma finirebbe con lo svuotare completamente di significato la stessa funzione del servizio giustizia. In altre parole, forse avremo anche processi di due anni ma non avremo giustizia. La prescrizione del reato è un vero e proprio buco nero del sistema penale che finisce per inghiottire un numero spropositato di processi. In questo modo non solo viene vanificato il lavoro di innumerevoli operatori giudiziari e bruciate enormi risorse finanziarie, ma l'accertamento processuale diventa virtuale e privo di esito utile".

"In secondo luogo, le disfunzioni conseguenti, come dimostra ancora il Rapporto Pit Giustizia di Cittadinanzattiva, finirebbero per colpire i più deboli nel processo, cioè le vittime dei reati. Che ne uscirebbero danneggiati proprio nei procedimenti più delicati per il loro aspetto sociale, come l'errore medico, un reato che già oggi finisce quasi sempre sotto la scure della prescrizione, o il risparmio tradito, come i casi Parmalat e Cirio".

"A questo si aggiunga poi la scarsa qualità di questa legge: creare diversità di trattamento tra tipologie di reati,e dunque tra tipologie di colpevoli, va contro il principio costituzionale della parità di trattamento".

"Infine", conclude Petrangolini, "rischiano di cadere in prescrizione anche importanti processi in tema di corruzione. Come giustificarlo, soprattutto di fronte al dato che vede il nostro Paese occupare una posizione sempre più bassa nelle classifiche internazionali relative proprio alla corruzione? Sarebbe stranamente contraddittorio, inoltre, per questo governo, impegnarsi così tanto per una maggiore trasparenza dell'amministrazione pubblica e allo stesso tempo chiudere i processi per corruzione senza accertare le responsabilità".

 

 

 

 

 

Redazione Online

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