Menu

Comunicati

Tempi lunghi, prescrizioni, scarsa fiducia nei legali, rinvii senza giusta ragione e consulenti inaffidabili. La Giustizia vista dai cittadini nel Primo Rapporto Pit Giustizia di Cittadinanzattiva

 

Cittadini che attendono anche oltre trent'anni per ottenere una sentenza definitiva; legali che non spiegano le scelte ai propri assistiti, non li mettono al corrente di possibilità diverse dal ricorso alle aule giudiziarie (mediazione, conciliazione, etc.)o non li informano delle possibilità di fare ricorso al patrocinio gratuito; Consulenti Tecnici di Ufficio che depositano la propria documentazione con anni di ritardo, o che addirittura rappresentano la parte che chiede giustizia e quella che si difende; giudici che rinviano ripetutamente le sedute, o che, all'interno di una stessa causa, vengono più volte sostituiti. Questa la fotografia che emerge dal I Rapporto Pit Giustizia, realizzato da Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva e presentato questa mattina a Roma.

"Il rapporto evidenzia la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni", dichiara Mimma Modica Alberti, coordinatore nazionale di Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva. "Il dibattito e le azioni conseguenti sembrano non essere state in grado di porre rimedio alle cause che rendono inaccessibile e ingiusta la giustizia nel nostro Paese"

I risultati emergono dallo studio dei circa duemila casi seguiti dal Pit Giustizia, il servizio di consulenza e intervento gratuito di Cittadinanzattiva, promosso poco più di un anno fa.

E' un sistema, quello giudiziario italiano, che ne esce con "le ossa rotte". Non si tratta quindi solo delle esasperanti lungaggini per vedere la fine di un processo, ma è l'insieme degli attori coinvolti che vengono parimenti chiamati in causa dai cittadini per spiegare questo stato di cose. L'impressione che si riceve è che il cittadino viva una sorta di smarrimento all'interno delle tante facce della giustizia, affrontando così il suo cammino in questo mondo alla ricerca continua di chiarezza e informazioni. Con l'amaro risultato, troppo spesso, di vedere il proprio diritto essere negato da una semplice prescrizione.

La richiesta prevalente è quella della consulenza, cioè un sostegno concreto per capire come muoversi per uscire dai problemi incontrati. Al secondo posto ci sono le informazioni sul funzionamento delle leggi, sulle procedure da seguire, siano esse nazionali o al livello Comunitario. Le principali difficoltà segnalate sono quelle legate ad una grande mancanza di informazioni e orientamento rispetto al rapporto con i propri legali e l'accesso al sistema giudiziario.

I cittadini che si sono rivolti al Pit Giustizia sono in maggioranza uomini, risiedono prevalentemente tra il Centro e il Sud (isole comprese), e hanno una età che oscilla tra i trenta e i 60 anni. Il 60% delle persone ha in corso processi civili, nel 20% dei casi penali e solo nel 5% amministrativi.

Distribuzione percentuale delle voci di Settore di Riferimento in ciascuna Macro Area Regioni

Nord

Sud

Centro

Media

Salute

30,4%

41,3%

38,4%

35,7%

Consumerismo

20,2%

15,7%

21,6%

19,2%

Lavoro

17,0%

13,7%

12,9%

15,0%

Famiglia

16,0%

7,6%

11,8%

11,9%

PA

11,5%

18,3%

10,7%

14,1%

Scuola

4,8%

3,5%

4,6%

4,2%

Totale

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

Mentre nel Sud e nel centro il tema dominante resta quello del sospetto errore medico o diagnostico, al Nord sono centrali le questioni familiari, con separazioni, divorzi e affidamenti. In generale, questa non proprio onorevole classifica, vede primeggiare i problemi legati alla malpractice, seguita dall'area consumeristica con i contenziosi con le banche, le assicurazioni, le Poste, i trasporti, e, a seguire, lavoro, famiglia, servizi pubblici e scuola.

Giustizia civile

Materie del procedimento civile relative alla Controparte Privato

Persona fisica

%

Diritti reali

33,6%

Famiglia

19,8%

Contratti e Obblig.- Contratti d'opera

19,0%

Responsabilità extracontrattuale

12,0%

Stato persona e diritti personalità

3,9%

Successioni

3,6%

Locazione e comodato Immob.

3,4%

Contratti e Obbl.- Contratti nominati

2,3%

Lavoro e Previdenza - Rapp. Lavoro subord.

1,8%

Contratti e obbligazioni varie - Contratti Libro II c.c.

0,5%

Totale complessivo

100,0%

La prima voce è appunto rappresentata dai diritti reali, come il diritto di proprietà o di godimento di un bene, per cui si può attendere anche trent'anni per il giudizio definitivo. Il fatto che una causa duri così tanto è dovuto sì al numero elevato di questo tipo di cause, ma anche alla scarsa informazione da parte dei propri legali delle possibilità di fare ricorso a forme stra-giudiziali o forme di conciliazione alternativa: solo il 7% dei cittadini che si sono rivolti al Pit Giustizia vi fanno ricorso. 26 anni per una causa relativa ad una servitù di passaggio o 29 per questioni legate alla successione non sono altro che esempi lampanti di questa situazione.

Nell'ambito della voce Diritti Reali hanno poi un notevole peso (23%) le questioni condominiali, evidenziando anche in questo caso l'aumento del conflitto sociale. Nel condominio molto spesso gli inquilini non parlano tra loro, non si fidano gli uni degli altri, non trovano negli amministratori una persona con cui confrontarsi, e quindi si rivolgono direttamente ai legali per avviare una azione giudiziaria.

Al secondo posto si trovano le questioni legate alla famiglia, anch'esse al centro di cause lunghissime. Solo per fare un esempio, la lunghezza è tale che spesso si deve ricominciare da zero la causa perché nel frattempo le persone coinvolte hanno cambiato lavoro o stato patrimoniale, e il tutto ovviamente ha un effetto diretto sul contenuto stesso della causa. Anche in questo caso, facciamo esempi certamente al limite, ma che evidenziano la sofferenza sociale di cui stiamo parlando: 17 anni per una separazione giudiziale non ancora conclusasi.

Giustizia Penale

Tipologia di reato in Ambito Penale

%

Delitti v/s persona

63%

Delitti contro il patrimonio

11%

Reato non precisato

10%

Delitti v/s P.A.

6%

Delitti contro economia pubblica, industria, commercio

3%

Delitti contro la famiglia

3%

Delitti v/s Amm.ne Giustizia

1%

Delitti contro l'incolumità pubblica

1%

Delitti contro l'ordine pubblico

1%

Totale complessivo

100,00%

La maggioranza dei contatti (63%) riguarda soprattutto i reati contro le persone, come aggressione, sequestro o, anche, errore diagnostico o medico, quando si avvia un procedimento specifico contro il professionista sanitario. E proprio in merito a queste azioni i lunghi tempi dei processi determinano frequentemente la prescrizione del reato. Di fatto quindi, il cittadino e lo Stato sostengono inutili spese, con il conseguente senso di ingiustizia, di sfiducia e di abbandono. Esemplare a tal proposito, la causa intentata da un uomo per una mancata diagnosi di un linfoma, scambiato per faringite acuta. Dopo 7 anni di indagini preliminari, vengono rinviati a giudizio i 5 medici. La prima udienza si è poi conclusa con un non luogo a procedere per intervenuta prescrizione dei reati.

Giustizia Amministrativa

Il 66% delle richieste in questo ambito riguarda la consulenza legale; il 17% assistenza e con una percentuale uguale informazioni. La controparte dei cittadini risulta essere in netta prevalenza (89%) la Pubblica Amministrazione, e in particolar modo Ministeri, Comuni, enti pubblici ed economici. Il più delle volte si tratta di cause che “giacciono” presso il TAR (53%), presso il Giudice di Pace (22%) o in Consiglio di Stato (12%). L'area della giustizia amministrativa è quella che registra il maggior tasso di sfiducia nei confronti dei propri legali.

La perdita di fiducia nei confronti del sistema giudiziario nasce dagli irragionevoli e inaccettabili tempi lunghi dei processi, causa spesso della decorrenza dei termini e della prescrizione. Il motivo, secondo quanto emerge dall'analisi delle segnalazioni del Pit Giustizia, sta in ingiustificati e ripetuti rinvii delle udienze, dal ripetersi delle sostituzioni dei giudici, dagli incomprensibili ritardi nel deposito delle sentenze, dall'inadeguata, e spesso discussa, attività condotta dai CTU, molto spesso una delle principali cause dei rinvii. In oltre un caso su sei (15,8%) chi si rivolge a Cittadinanzattiva lo fa appunto per chiedere come accedere al risarcimento per la durata del processo. Basti pensare ai dati della Banca d'Italia secondo cui, per il recupero di un credito, in Italia sono necessari 1210 giorni, contro i 331 della Francia o seppur tanti 551 giorni della Spagna.

Crediamo anzitutto necessario intervenire per garantire l'accesso al Patrocinio a spese dello Stato, anche vincolandolo anche ai parametri economici dell'Isee”, secondo Modica Alberti. Che aggiunge: “è necessario anche intervenire sui CTU, imponendo tempi di consegna che non vadano oltre i 40 giorni. Per quanto riguarda invece la giustizia penale, crediamo fondamentale intervenire per garantire la sospensione del corso della prescrizione del processo al pari di quanto già previsto per il civile. Al di là quindi delle singole proposte, crediamo che una giustizia che abbia i requisiti di un servizio pubblico debba garantire ampie possibilità di accesso, qualità delle decisioni ragionevolezza dei tempi di risposta, accoglienza, trasparenza e rispetto della dignità dei cittadini, così come il diritto all'informazione. Registriamo invece ancora un luogo chiuso ai cittadini, che risponde a logiche solo interne. Insomma, una riforma della giustizia che esca dai soliti luoghi per confrontarsi direttamente con gli utenti del servizio”.

Redazione Online

Iscriviti alla newsletter

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido


Valore non valido

Valore non valido