Indicare gli impegni comuni di istituzioni e cittadini nel perseguire l’obiettivo della salute globale definita dall’OMS come “[…] diritto umano fondamentale, nel quale salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali, trascendendo e superando le prospettive, gli interessi e le possibilità delle singole nazioni […]”. È questo l’intento della Carta della Salute globale, promossa da Cittadinanzattiva, che prende il via in queste settimane e sarà presentata entro la fine del 2022.
Il lavoro è partito da una indagine svolta da Cittadinanzattiva a livello nazionale ed europeo, grazie alla sua rete Active Citizenship Network, che ha coinvolto cittadini ed associazioni di 24 diversi Paesi per sondare il loro livello di consapevolezza e di percezione sul tema della salute globale e riuscire a delimitare un perimetro di macro ambiti per declinare la Carta nel modo più efficace possibile. Accesso alla salute per tutti i cittadini (76,7%), lotta alle disuguaglianze sociali (61,4%), benessere psicofisico (51,4%), equa distribuzione della ricchezza (36,5%), ricerca della sostenibilità (22%) sono i cinque temi che i cittadini dei Paesi europei indicano come prioritari per una strategia che garantisca la salute globale. Più della metà afferma che la pandemia ha cambiato in modo decisivo le priorità personali e il proprio modo di agire. Ritengono, inoltre, che il singolo abbia un peso decisivo sulla tutela dell’ambiente, mentre alle istituzioni attribuiscono un grande responsabilità nel garantire la prevenzione della salute psicofisica dei cittadini.
“La pandemia ha acceso i riflettori su temi dei quali parlavamo da decenni, a cominciare dal legame tra salute e ambiente, dalla stretta connessione fra i livelli socio-economici e di istruzione degli individui e lo stato di salute psicofisica dei cittadini, dal crescente peso delle disuguaglianze nel raggiungimento di obiettivi di salute garantiti ovunque. Ora dobbiamo fare in modo che il contenimento della pandemia e i gravi scenari di guerra in cui siamo immersi, non spengano i riflettori su questi temi. La Carta della Salute globale vuole essere uno strumento utile in questa direzione, per sancire e proteggere diritti ed impegni concreti ed esigibili, sia da parte dei cittadini che delle istituzioni in ogni contesto e territorio. I risvolti umanitari causati dai conflitti ce lo impongono drammaticamente, perché la guerra cancella ogni diritto”, dichiara Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva.
La Carta della Salute globale nasce dall’esperienza della Carta europea dei diritti del malato, promossa da Cittadinanzattiva circa 20 anni fa, e nella prospettiva dell’Agenda 2030 e della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo.
La Carta della Salute globale è promossa da Cittadinanzattiva con il contributo non condizionante di Janssen Italia, azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson. Il Comitato Scientifico per la redazione della Carta è composto da: Alessio Cortiana, Funzionario per i Rapporti Internazionali Ufficio VI Direzione Generale della Comunicazione e dei Rapporti Europei e internazionali del Ministero della Salute; Salvatore Geraci, Responsabile medico Area Sanitaria Caritas Roma; Marco Frey, Presidente Fondazione Global Compact Italia; Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva; Walter Ricciardi, Presidente della World Federation of Public Health Association (WFPHA); Stefano Vella, Adjunct Professor, Global Health, Catholic University of Rome.