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Cittadinanzattiva su testo class action domani in Senato: azione risarcitoria? Chiamatela piuttosto un indennizzo

L'azione risarcitoria collettiva? Una azione che di risarcimento non ha proprio nulla, al massimo si può intravedere un indennizzo. Questo il commento di Liliana Ciccarelli, Cittadinanzattiva, in merito alla riforma della class action, nella conferenza stampa sul tema promossa oggi dalla organizzazione insieme a Unione Nazionale Consumatori, e Adiconsum alla vigilia della ripresa della discussione sul testo, in programma domani al Senato.

"Tra gli altri punti disattesi sino ad ora, nonostante le varie promesse, l'esclusione della possibilità di ricorso contro la Pubblica Amministrazione e la l'esclusione delle Associazioni dei consumatori tra i possibili proponenti, caso unico nelle intera Unione Europea".

Queste le 5 modifiche proposte dalle associazioni da apportare al testo della class action facente parte del Ddl Sviluppo affinché questa diventi realmente un'opportunità per i consumatori.
Vediamole nel dettaglio:

  1. Legittimare ad agire anche le associazioni consumatori riconosciute (class action in vigore nei paesi europei) oltre che i singoli consumatori (class action all'americana). Ciò per rendere coerente la normativa italiana con la direttiva europea sulla class action in fase di preparazione.

  2. Sostituire il concetto di interesse "identico" (che in pratica azzera la possibilità di azioni collettive) con quello di interesse "analogo", "omogeneo", ecc..

  3. Semplificare l'adesione dei consumatori all'azione collettiva. La normativa, così come è attualmente formulata, porterebbe alla paralisi dei tribunali, dovendo i consumatori interessati depositare in cancelleria la documentazione probatoria.

  4. Eliminare l'azione punitiva nei confronti dei promotori dell'azione collettiva. Questa norma è prevista in varie legislazioni sull'azione collettiva nei confronti delle imprese condannate, in aggiunta al risarcimento ai consumatori. Nel testo in discussione al Senato, questo principio viene rivolto contro le vittime e i soggetti più deboli, cioè i consumatori.

  5. Sostituire il concetto di "obbligo di pubblicità dell'azione collettiva" (provvedimento oltreché costoso, ingestibile per i consumatori) con quello di "obbligo di informazione" ai consumatori, valorizzando inoltre l'aspetto conciliativo fra le parti per risolvere il contenzioso prima del pronunciamento dell'eventuale sentenza.

Redazione Online

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