Liste di attesa nel Lazio: solo un cittadino su due nel 2023 ha ottenuto visite ed esami nei tempi giusti, sette su dieci si sono imbattuti in liste chiuse. I risultati di una indagine di Cittadinanzattiva presentata oggi.
Nel 2023 il 48,8% dei cittadini residenti nel Lazio dichiara di non aver ottenuto l’appuntamento per la prenotazione richiesta, il 70% ha sperimentato liste di attesa chiuse, oltre il 58% ha ottenuto visite ed esami con tempi superiori a quanto previsto dal codice di priorità indicato dal medico, il 38% si è dovuto spostare in un luogo lontano o difficile da raggiungere per ottenere la prestazione nei tempi giusti; e quasi il 29% ha ricevuto la proposta di effettuare la visita o l’esame nel canale intramurario.
I dati emergono da una indagine online rivolta ai residenti nella regione Lazio nel mese di aprile 2024 e resi noti oggi nel corso dell’evento “Liste di attesa e digitalizzazione”, promosso a Roma da Cittadinanzattiva con il contributo non condizionato di Doctolib.
A fronte degli ostacoli su indicati, il 41% circa ha svolto la prestazione a pagamento nel privato, il 21% ha accettato suo malgrado tempi e luoghi proposti dal servizio pubblico, poco più del 12% ha effettuato la prestazione in intramoenia. C’è un 7% che ha dichiarato di aver rinunciato a svolgere la visita o l’esame.
Codici di priorità e tempi di attesa
Circa 1 utente su 3 dichiara di non conoscere le tempistiche associate ai codici di priorità (U-Urgente: entro le 72h; B-Breve: entro 10gg; D-Differibile: entro i 30gg se trattasi di visita specialista ed entro i 60gg per gli accertamenti diagnostici; P-Programmabile: entro 120gg).
Soltanto uno su due (51,2%) dichiara di aver ottenuto l’appuntamento richiesto nei tempi previsti dalla impegnativa, nove su dieci ritengono che i tempi di attesa nel Lazio non siano compatibili con le proprie esigenze di salute e oltre il 37% pensa che la situazione sia ulteriormente peggiorata negli anni.
I canali di prenotazione privilegiati
Il 66% dei cittadini, fra quelli che hanno partecipato all’indagine, ha prenotato tramite CUP telefonico, il 30% si è recato di persona allo sportello, il 27% ha contattato telefonicamente la struttura prescelta, il 21% ha scelto la piattaforma online Recup; il 3% ha prenotato in farmacia.
In riferimento al servizio telefonico CUP, emerge un 17,4% di cittadini che ne lamenta disagi per il funzionamento in particolare perché deve attendere troppo per avere la risposta dell’operatore; riguardo invece la piattaforma online, oltre il 28% mette in evidenza che non tutte le prestazioni sono disponibili sulla stessa e dunque non è possibile prenotarle, e un 21% lamenta che la piattaforma sia complessa e lenta. Come evidenziato nella stessa relazione della Regione Lazio, “Abbattimento Liste di attesa – Agende Digitali – Aprile 2024”, a marzo 2023 solo il 10,3% delle strutture private convenzionate metteva a disposizione le proprie agende digitali per il Recup e, sul totale delle prestazioni erogate dalle stesse, solo il 6% passava attraverso lo stesso Recup.
Rispetto alle modalità di prenotazione, oltre la metà degli intervistati dichiara che l’introduzione di ulteriori piattaforme per la prenotazione potrebbe consentire di migliorare la gestione delle liste di attesa.
“Alcune di queste criticità, a cominciare dal blocco delle liste di attesa e dalla difficoltà ad avere le prestazioni nei tempi giusti, sono affrontate nel Decreto sulle liste di attesa appena presentato in Consiglio dei Ministri. In particolare alcune misure - come l’obbligo per tutte le Regioni di dotarsi di Recup e la messa a disposizione negli stessi di tutte le agende di prenotazione sia delle strutture pubbliche che di quelle private accreditate, la messa a punto di una piattaforma nazionale per il monitoraggio delle liste di attesa, insieme al superamento del tetto di spesa per il personale - possono rappresentare un segnale di svolta per i cittadini”, dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. “Ci preme sottolineare che nessuna riforma sostanziale può funzionare senza investimenti adeguati: la nostra proposta è che gli investimenti siano posti a carico del fondo sanitario con vincolo di utilizzo, che impegni cioè le Regioni a rendicontarne l'effettivo utilizzo. È importante infatti che ci sia un impegno condiviso e responsabile da parte di tutti gli attori coinvolti nel governo delle liste di attesa. Da parte nostra vigileremo affinché le misure previste siano rispettate e siano presi i necessari provvedimenti, anche di tipo sanzionatorio, per rispettare i diritti dei cittadini”.
Oltre ai dati dell’indagine, il Documento presentato oggi (il materiale è disponibile a questo link: https://www.cittadinanzattiva.it/progetti/16322-liste-dattesa-e-digitalizzazione-indagine-regione-lazio.html) contiene anche le indicazioni del Tavolo di lavoro coordinato da Cittadinanzattiva e composto da rappresentanti di alcune aziende sanitarie ed ospedaliere pubbliche e del privato accreditato, sempre del territorio laziale. Tre le evidenze portate all’attenzione: la carenza di specialisti per poter svolgere determinate tipologie di esami e visite; l’assenza nel sistema Recup delle agende di prenotazione di diverse strutture sanitarie; la mancanza o carenza di un approccio legato al percorso terapeutico più che alla prestazione singola, in altre parole la possibilità per il paziente, soprattutto se affetto da patologia cronica, di avere dal medico specialista la prenotazione di tutte le visite di controllo e degli ulteriori esami necessari alla diagnosi e cura della propria patologia.
“I cittadini del Lazio si rivolgono ai nostri servizi soprattutto per segnalare difficoltà di accesso ai servizi sanitari e su questo abbiamo registrato un sensibile aumento di richieste dovuto ad un effetto post covid che ha determinato ulteriori ritardi nell’erogazione delle prestazioni non erogate nel periodo pandemico e di quelle che si sono aggiunte una volta superato tale periodo. Mancano inoltre percorsi strutturati per patologia che, nonostante le norme siano chiare, vedono ancora frammentarietà, disomogeneità territoriali e farraginosità nelle procedure burocratiche; così come è evidente una carenza del personale sanitario specialistico sul quale saranno necessari interventi specifici. Crediamo fondamentale che si proceda su due strade: l’adeguamento e riorganizzazione del sistema Recup rispetto al quale la Regione Lazio ha attivato un percorso che può essere la giusta via per organizzare, monitorare e verificare la domanda/offerta di prestazioni; un rafforzamento del lavoro dell’Osservatorio regionale per il governo delle liste di attesa perché diventi sempre più luogo di confronto costante per monitorare, verificare e correggere, se necessario, azioni e programmi”, dichiara Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio.
Cittadinanzattiva inoltre avanza alcune proposte aggiuntive in relazione ad elementi mancanti nei provvedimenti appena varati, ovvero:
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Definire gli ambiti territoriali di garanzia entro cui erogare la prestazione sanitaria così da permettere ai cittadini di ottenere visite ed esami vicino alla propria residenza, senza doversi allontanare di chilometri dalla propria abitazione.
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Rendere davvero efficaci ed esigibili gli strumenti di tutela, come la possibilità di ricorrere, con procedure semplificate e tempi consoni, al privato convenzionato o alla libera professione intramuraria dietro pagamento del solo ticket, quando vengono superati i tempi di attesa previsti in relazione al codice di urgenza.
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Potenziare la multicanalità dei servizi di prenotazione a disposizione del cittadino (app, siti web, call center CUP, piattaforme terze, etc.), per consentire di avere un servizio sempre più efficace ed efficiente per gestire la domanda e l’offerta delle prestazioni, in modo da garantire il rispetto dei tempi di attesa.