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Terremoto: cittadini poco informati e fatalisti. Piani di emergenza comunali e messa in sicurezza, priorità non rinviabili.

Presentata la 1a Indagine di Cittadinanzattiva e Protezione Civile sulla conoscenza del rischio sismico fra studenti e genitori.

 

Uno studente su tre ignora in quale zona sismica sia collocato il proprio Comune di residenza. Il 40% degli adulti e il 36% dei ragazzi ritiene che i terremoti colpiscano a caso. Solo il 35% degli studenti ritiene di frequentare una scuola sicura e il 63% dei genitori non sa se la stessa sia stata costruita secondo le norme antisismiche. E sulla sicurezza della propria abitazione, il 46% degli adulti nutre dubbi.

Poco informati, dunque, e molto fatalisti nei confronti del terremoto. Poco certi della sicurezza della scuola che frequentano o frequentata dai propri figli e, in parte, anche della casa in cui vivono: è l'identikit di studenti e genitori che emerge dalla prima Indagine su conoscenza e percezione del rischio sismico, presentata oggi da Cittadinanzattiva e Dipartimento della Protezione civile, alla vigilia della VII Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole che si svolgerà domani 25 novembre in diecimila scuole italiane.

L'Indagine, realizzata nell'ambito della campagna Impararesicuri, è stata condotta fra dicembre 2008 e marzo 2009 - quindi prima del terremoto dell'Aquila dello scorso aprile - e ha coinvolto 4.944 studenti di scuole superiori di primo e secondo grado e 1.851 loro genitori.

"Tra i dati positivi emerge che genitori e studenti dimostrano di conoscere quali siano i comportamenti corretti da tenere in caso di terremoto sia che si trovino in casa che a scuola", spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva. "Questo dato indica quanto fruttuose siano le attività di prevenzione e quanto importante sia proseguirle incessantemente soprattutto estendendole a quanti più cittadini possibile. I dati che maggiormente preoccupano, invece, sono quelli relativi alla mancata o inadeguata conoscenza, dei ragazzi e degli adulti, del piano comunale di emergenza e delle aree in cui rifugiarsi in caso di calamità. Per questo riteniamo - continua Bizzarri - che si siano due priorità non rinviabili: obbligare tutti i Comuni a dotarsi del Piano di emergenza, e farlo conoscere alla popolazione, e mettere in sicurezza le scuole, a cominciare da quelle situate in zone ad elevato rischio sismico".

Un popolo di fatalisti

A sorpresa i più fatalisti sono i genitori: il 40% ritiene che il terremoto colpisca a caso rispetto al 36% degli studenti. Ad alimentare il fatalismo contribuiscono anche disinformazione e qualche credenza popolare: il 15% dei ragazzi e l'11% degli adulti pensano che osservare le reazioni degli animali sia efficace per prevedere il terremoto. Anche il sismografo è considerato erroneamente uno strumento di previsione: lo pensano sia gli adulti (38%) che i ragazzi (43%). Rispetto alla scarsa informazione, l'Indagine sottolinea che meno di uno studente su tre (31%) e appena il 43% dei loro genitori sa che i terremoti colpiscono sempre le stesse zone, identificate sulla base del livello di sismicità. Dato confermato anche dal fatto che 1 genitore su 4 e più di 1 studente su 3 ignora in quale zona sismica sia collocato il proprio Comune di residenza.

Comportamenti corretti grazie alla prevenzione

Poco più della metà degli studenti (52%) e tre genitori su quattro (74%) ha vissuto sulla propria pelle il terremoto. L'evento sismico che colpì l'Umbria e le Marche nel 1997 è l'esperienza condivisa da gran parte dei soggetti raggiunti dalla Indagine.

L'esperienza diretta dell'evento sismico e le simulazioni effettuate nella gran parte delle scuole (90%) producono comportamenti corretti durante e dopo la scossa di terremoto: e cioè ripararsi sotto il tavolo o nel vano porta (atteggiamento indicato dall'81% degli studenti e dal 75% dei genitori) e, successivamente alla scossa, il 73% degli adulti sa che deve uscire di casa e l'80% dei ragazzi segue correttamente l'insegnante.

Casa sicura o presunta tale, scuola un po' meno

Il 61% degli studenti ritiene di vivere in una abitazione sicura, percentuale confermata dal 54% dei genitori. La percezione di sicurezza scema invece se riferita all'edificio scolastico frequentato: solo il 35% dei ragazzi ritiene che sia sicuro. Il 21% dice apertamente di no e il restante 44% è dubbioso. La presunta insicurezza della scuola è motivata dal fatto che si tratta di un edificio di vecchia costruzione (86%), dalla presenza di crepe (52%), ed infiltrazioni e segni di umidità (41%). I genitori invece, in gran parte, ignorano le informazioni basilari per esprimersi sulla sicurezza delle scuole frequentate dai figli: il 62% non ne conosce l'anno di costruzione, una eguale percentuale (63%) non sa se sia stata costruita secondo norme antisismiche, né se siano stati effettuati interventi strutturali (70%). Un genitore su dieci non sa quando è stata costruita la propria abitazione ed uno su quattro non conosce le caratteristiche di tetto e solaio. Il 46% dice di non sapere se la propria casa è sicura per questi motivi: è vecchia (83%), presenta infiltrazioni e segni di umidità (33%) o crepe (26%), è in muratura (24%). Impera sempre un certo fatalismo: il 21% crede che non si possa fare nulla per renderla più sicura.

Piano comunale di emergenza, questo sconosciuto

Solo uno studente su quattro e un genitore su tre sa che nel proprio Comune esiste il Piano comunale di emergenza, ma è una conoscenza solo fittizia, visto che nella stessa maggioranza del 65%, ragazzi e genitori non sanno quali siano le aree sicure dove radunarsi in caso di emergenza. E ancora solo il 25% degli studenti e il 33% dei genitori sa che è il Comune a dover predisporre e presentare il Piano, e non i Vigili del fuoco.

Ben il 66% pensa che la responsabilità di Protezione civile, nella propria città, faccia capo al Capo Dipartimento nazionale, solo il 17% sa che l'autorità competente è invece il Sindaco. In caso di terremoto, il 60% dei ragazzi individua correttamente il ruolo della Protezione civile in emergenza, ma un terzo degli intervistati pensa che si occupi invece di curare i feriti.

Domani, 25 novembre, in diecimila scuole si svolgerà la VII Giornata nazionale della sicurezza scolastica, promossa da Cittadinanzattiva: attività, eventi, manifestazioni in tutta Italia per promuovere la cultura della sicurezza e della salute tra i più giovani e richiamare l'attenzione delle istituzioni. La Giornata, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, avrà fra i suoi temi centrali il rischio sismico e la necessità per tutti i Comuni di dotarsi dei Piani comunali di emergenza e di farli conoscere alla popolazione. Sempre nel corso della Giornata sarà diffuso il questionario per l'avvio della Seconda Indagine sulla conoscenza dl rischio sismico, volta a verificare come sono cambiati percezioni e comportamenti dei cittadini in seguito al terremoto dell'Aquila.



La Giornata della sicurezza nelle scuole fa parte della campagna Impararesicuri, che ha ricevuto l'adesione del Presidente della Repubblica ed i patrocini di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Pubblica istruzione, Ministero per la Gioventù, e la collaborazione del Dipartimento della protezione Civile.

Redazione Online

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