Cittadinanzattiva su riforma ordinamento forense: no al restringimento della concorrenza. Favorire accesso giovani legali e ripensare ruolo dell'Ordine per garantire meglio i cittadini
"L'avvocatura attraversa nell'opinione pubblica una profonda crisi di credibilità e di fiducia, ma la riforma in via di approvazione al Senato chiude alla libera concorrenza e aumenta i disagi per i cittadini". Queste le dichiarazioni di Mimma Modica Alberti, responsabile giustizia di Cittadinanzattiva sul disegno di legge sulla Nuova disciplina della professione forense.
"Il testo in discussione contiene tre misure che costituiscono gravi restrizioni alla concorrenza", ha continuato Alberti. "La reintroduzione delle tariffe minime impedisce l'adozione di scelte autonome da parte dei legali, e riduce i vantaggi che ai consumatori verrebbero da una reale concorrenza. L'estensione del regime delle incompatibilità rischia di aumentare in modo eccessivo il costo delle prestazioni per i cittadini. Infine, nuovi ostacoli introdotti per lo svolgimento della pratica forense impediranno l'accesso alla professione a tanti giovani avvocati, spesso costretti a lavorare senza adeguato compenso economico. Quest'ultima misura non soltanto limita le possibilità di scelta per i cittadini, ma rappresenta anche un mancato investimento sulle nuove generazioni".
"Chiediamo ai parlamentari di tutti gli schieramenti di compiere un deciso passo in avanti, dopo il ritiro della ipotesi di esclusività sulle conciliazioni, verso l'apertura della professione alla libera concorrenza, raccogliendo così anche le sollecitazioni dell'Antitrust".
"Quello che chiediamo all'avvocatura", ha concluso Alberti, "è di dare risposte chiare alle centinaia di cittadini che ci hanno manifestato un profondo senso di delusione, sfiducia e abbandono da parte dei propri legali, e che abbiamo appunto messo al centro del nostro recentissimo Rapporto Pit Giustizia".