Cittadinanzattiva su schema di decreto su cure transfrontaliere: peggiorativo rispetto all'attuale sistema. E l'associazione indica le proposte di modifica.
"Lo schema di Decreto approvato dal Governo per l'applicazione della Direttiva europea sulle cure transfrontaliere rischia di peggiorare il sistema di accesso alle cure in Europa per i cittadini del nostro Paese e di creare ulteriori differenze tra i pazienti nelle diverse regioni italiane", è quanto afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva che ha inviato una Nota al Ministro Lorenzin, agli Assessori regionali alla Sanità, alle Commissioni competenti di Camera e Senato e al Presidente della Conferenza Stato-Regioni,.
"I pazienti devono ancora aspettare diversi giorni e passaggi istituzionali per poter esercitare concretamente i diritti previsti dalla Direttiva, ci auguriamo che questo tempo serva per migliorare lo schema di decreto, anche sulla base delle nostre indicazioni, perché così non va".
Queste le criticità del D.Lgs. individuate da Cittadinanzattiva:
i cittadini dovrebbero anticipare i costi dell'assistenza e l'eventuale differenza tra la tariffa italiana e quella del paese curante; le differenze regionali sarebbero accentuate rispetto al passato: perché ogni regione può rimborsare i costi dell'assistenza all'estero secondo le tariffe regionali; può decidere se rimborsare o meno le spese di viaggio, alloggio e eventuali supplementari nel caso di persone con disabilità e degli eventuali accompagnatori; troppa burocrazia: è prevista una prima domanda alla ASL solo per capire se la prestazione è soggetta o meno ad autorizzazione preventiva a cui devono seguire altri passaggi burocratici; mancata valorizzazione e alcun ruolo delle organizzazione civiche; manca la previsione di una campagna di informazione ai cittadini sui diritti sanciti dalla Direttiva.
Di conseguenza, Cittadinanzattiva chiede di:
garantire l'assistenza diretta per le prestazioni oggetto di autorizzazione preventiva della Asl;
prevedere a carico dello Stato l'eventuale differenza di costo tra la tariffa italiana e quella del paese curante;
prevedere una "tariffa unica per prestazione", valida in tutte le Regioni;
prevedere l'obbligo per tutte le Regioni di rimborsare le spese di viaggio, alloggio e le spese supplementari nel caso di persone con disabilità, nel rispetto della Convenzione ONUsui diritti delle persone con disabilità;
abrogare l'obbligo di domanda per accertarsi della necessità di autorizzazione da parte della Asl;
prevedere l'obbligo per la Asl, nel caso in cui neghi l'autorizzazione perché le cure sono ottenibili anche sul territorio italiano, di individuare la struttura italiana in grado di erogare la prestazione nei tempi, qualità e sicurezza richiesti;
prevedere audizioni annuali delle associazioni di cittadini e pazienti, vincolanti per il Ministero della salute;
prevedere che il Contact point nazionale indichi al cittadino se sia più vantaggiosa ricorrere alla nuova a o alla vecchia procedura per l'accesso alle cure transfrontaliere;
prevedere una campagna nazionale di informazione sui diritti sanciti dalla Direttiva.