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Cittadinanzattiva su manovra finanziaria: una patrimoniale selettiva per il rilancio morale ed economico del Paese

 

Una patrimoniale selettiva che si concentri sui titolari di rendite patrimoniali il cui reddito dichiarato è largamente inferiore rispetto al valore dei patrimoni stessi, e che salvaguardi i contribuenti onesti, riducendo od eliminando il prelievo su coloro che hanno costruito con la propria attività regolare il patrimonio di cui sono titolari. Il tutto accompagnato da una convinta lotta all’evasione fiscale, per far pagare anche agli evasori tale patrimoniale.

 

È quanto propone Cittadinanzattiva in tema di manovra finanziaria e rilancio di un Paese secondo in Europa alla sola Danimarca per l’elevata tassazione sui redditi da lavoro e sulle imprese.

 

Nell’attuale situazione – si legge in una nota dell’Associazione - un aumento delle imposte sui patrimoni, o parte di essi, dovrebbe essere vista dalla classe politica come prima soluzione per un intervento di prelievo fiscale, senza aumentare le imposte  su chi lavora e fa impresa. Purtroppo la manovra economica di luglio e la manovra-bis di Ferragosto hanno assestato alle  famiglie una serie di colpi micidiali: anziché tassare i patrimoni di coloro ai quali anche un forte prelievo fiscale non cambierebbe la vita, si è preferito colpire l'ammortizzatore sociale italiano per eccellenza, che è la famiglia.

 

Nello specifico, nel decreto n.138/11 andrebbe inserire una tassa patrimoniale con due caratteristiche principali:

  • Un’aliquota dell’1% estesa a tutti i patrimoni, sia mobiliari che immobiliari; il plafond teorico  dell’entrata per l’erario sarebbe di 90 miliardi di € stando alle stime della Banca d’Italia che calcolano in poco meno di novemila miliardi di euro la ricchezza complessiva del Paese;
  • Prevista una detrazione fissata intorno al 18% dell’imposta media versata negli ultimi 5 anni, sul reddito delle persone fisiche e delle società titolari del patrimonio da tassare.

 

A seguito delle detrazioni previste, il gettito finale dai teorici 90 miliardi di € potrebbe attestarsi sui 36 miliardi di €, ampiamente sufficienti a corrispondere agli obiettivi di riduzione del fabbisogno indicati dalla Commissione Europea.

Redazione Online

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