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Cancellato l'emendamento al Decreto Rilancio che proponeva un bonus da 600 euro per i mesi di aprile e maggio 2020. Cittadinanzattiva Emilia Romagna, che sostiene da tempo i singoli caregiver e le Associazioni e caldeggia politiche fattive a loro favore, è amareggiata da questa decisione e invita il ministro dell’Economia e della Finanza Roberto Gualtieri ad rintrodurre il bonus caregiver nel Decreto Rilancio, unendosi alle Associazioni di caregiver che già lo hanno fatto.
Il bonus, che era stato introdotto per “dare sollievo alle famiglie maggiormente esposte a rischio di impoverimento a causa della presenza di componenti con disabilità”, come scritto nella relazione, e, per questo, era anche compatibile con il reddito di emergenza e il reddito di cittadinanza, è stato cancellato dai relatori della commissione bilancio della Camera che hanno preso in esame il pacchetto di modifiche proposte.  
I motivi? Niente di ufficiale, ma con tutta probabilità hanno a che fare con i costi. L’operazione, secondo le prime stime, avrebbe avuto un costo di 75 milioni di euro.


«Il Decreto Rilancio è atteso in aula, a partire proprio dalla Camera, in questi giorni, ci auguriamo che venga assunta dai politici una decisione di buon senso e il Bonus a favore dei caregiver reintrodotto. Cittadinanzattiva Emilia Romagna è vicina caregiver che ogni giorno senza legittimazione alcuna, si prendono cura di un loro caro, magari per molte ore al giorno, eppure continuano ad andare a lavorare e a provare a condurre una vita normale - dichiara Rossana Di Renzo, responsabile del Coordinamento regionale delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva Emilia Romagna e ideatrice della campagna “#HODIRITTOA…” nata per chiedere più diritti, più salute, più qualità di vita e fare emergere dall’invisibilità i caregiver -».
«Se pensiamo ai giorni trascorsi in quarantena, una sintesi di come l’hanno trascorsa i caregiver è: “abbiamo stretto i denti”, come racconta una caregiver scrivendo alla Campagna di Cittadinanzattiva Emilia Romagna. Centri diurni chiusi, colf o badanti che hanno interrotto il lavoro, visite ed esami sospesi, rapporti con i MMG più difficoltosi, assistenza domiciliare carente e madri/padri che hanno dovuto supplire anche i servizi educativi. Per non parlare infine delle preoccupazioni, ansie, timori per i propri assistiti».

Leggi il comunicato stampa
 

Aurora Avenoso

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