Sono undici le azioni di miglioramento che il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva ha presentato oggi alla FNOPI, con l’intento di rafforzare l’alleanza tra cittadini e infermieri e stimolare una migliore qualità dell’assistenza infermieristica. Proposte “strategiche” elaborate e discusse, a seguito dei risultati emersi dall’Osservatorio civico sulla Professione Infermieristica, tra tutti gli stakeholder: AISLEC - Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee, ALICE ITALIA ONLUS - Associazione Italiana Lotta all’Ictus Cerebrale, AMRI - Associazione per le Malattie Reumatiche Infantili, ANIMO - Associazione Nazionale Infermieri Medicina Ospedaliera, ASBI - Associazione Spina Bifida Italia, ASSOCIAZIONE PAZIENTI BPCO, FNOPI - Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, OPI Roma - Ordine Professioni Infermieristiche Roma, GFT - Gruppo Formazione Triage e UILDM - Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.
“L’Osservatorio rappresenta un’inedita opportunità di coinvolgimento e partecipazione delle Organizzazioni dei cittadini nelle politiche della professione infermieristica. Una possibilità unica all’interno del mondo delle professioni sanitarie, resa possibile grazie alla lungimiranza della FNOPI e alla sua volontà di mettere al centro delle proprie politiche professionali la tutela del diritto alla salute degli individui” ha dichiarato Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva. “Oggi – ha continuato Aceti - consegniamo alla Federazione nazionale le 11 proposte, condivise con tutti gli attori, per il miglioramento dell’assistenza e il rafforzamento dell’alleanza tra cittadini e infermieri. Avanti tutta sull’umanizzazione delle cure, a partire da una maggiore attenzione al dolore e alle sofferenze inutili, il contrasto al minutaggio e alla burocratizzazione dell’assistenza. Priorità alla prossimità delle cure attraverso un rilancio dell’azione politica sulle figure dell’infermiere di famiglia e in generale degli infermieri impegnati nell’assistenza territoriale. E ancora: fondamentale qualificare l’assistenza, garantendo continuità e innovazione dei percorsi attraverso una maggiore valorizzazione delle competenze della professione e maggiore investimenti nel capitale umano”.
“Quella dell’infermiere - commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale delle professioni infermieristiche (FNOPI) - è tra le professioni sanitarie più vicine ai cittadini e nel processo di offerta e di garanzia di salute la professione infermieristica ha un ruolo essenziale. Nel futuro della sanità, a fronte dei bisogni di salute della popolazione e in particolare della domanda di cura delle fasce più fragili, gli infermieri avranno un ruolo sempre più incisivo, basato sulla collaborazione sinergica con tutte le altre professioni sanitarie.
La nostra professione ha come scopo il rapporto coi pazienti. È per noi un elemento valoriale importante sia professionalmente che per il ‘patto con i cittadini’ che da anni ci caratterizza: è essenziale avere una relazione privilegiata con loro, per comprendere come ci vedono e come soddisfare i loro bisogni di salute.
Il risultato dell’Osservatorio civico premia la professione per la stima dimostrata verso gli infermieri e per la consapevolezza che i cittadini hanno del nostro ruolo, ma fa anche da stimolo alla Federazione perché faccia di tutto perché sia potenziata l’offerta di prestazioni infermieristiche sul territorio attraverso i canali del Servizio sanitario con l’obiettivo di supportare i più fragili e le loro le famiglie.
Le proposte di Cittadinanzattiva - conclude Mangiacavalli - ricalcano il nostro programma per il prossimo triennio e molte necessità che l’Osservatorio ha sottolineato fanno parte delle richieste che pochi giorni fa abbiamo avanzato al nuovo Governo. Il nostro obiettivo è lavorare con e per i cittadini, Ordine per Ordine e come Federazione. E a mettere in campo con associazioni di cittadini e pazienti tutti gli interventi per soddisfare i loro reali bisogni di salute”.
Cosa dice l’indagine
Un cittadino su due reputa che il numero di infermieri sia insufficiente per garantire l’assistenza non solo in ospedale ma anche sul territorio: qui i cittadini chiedono soluzioni che promuovano la figura del professionista nella realtà quotidiana della persona, vorrebbero essere assistiti da un infermiere nella farmacia dei servizi (65,5%), poter disporre di un infermiere di famiglia/comunità (78,6%), avere la possibilità di consultare un infermiere esperto in trattamento di ferite/lesioni cutanee (86,1%) ma anche uno a disposizione nei plessi scolastici per i bambini e ragazzi che ne potrebbero avere bisogno (84,1%).
I cittadini reputano il lavoro degli infermieri positivo ma temono anche che il tempo dedicato all’assistenza venga meno a causa delle attività burocratiche (51,3%). Un paziente su quattro, infatti, segnala poca empatia e disponibilità all’ascolto e più di uno su tre vorrebbe maggiore integrazione con le altre figure sanitarie.
A partire da questi dati emersi dall’Osservatorio civico, le proposte puntano a rafforzare il ruolo degli infermieri sia all’interno delle equipe e nei confronti degli altri professionisti sanitari, incrementando la consapevolezza del ruolo e degli spazi di intervento autonomo dell’infermiere, sia nei confronti del cittadino, individuando modalità che permettano di farsi conoscere e riconoscere, contribuendo a delineare una figura professionale capace di dare al paziente le risposte necessarie a prendersi cura di sé.
Le proposte di Cittadinanzattiva
- Promuovere la cultura dell’integrazione tra più professioni sanitarie, investendo su modelli organizzativi idonei a rispondere al meglio ai bisogni di cura e di assistenza del paziente.
- Sfruttare appieno le opportunità della formazione professionale, spendendo in percorsi mirati (ma anche trasversali) che rendano l’infermiere "esperto“ e “specializzato”, in particolar modo dove l’ambito in cui opera lo richiede (es. cure primarie e servizi territoriali, area intensiva e dell’emergenza-urgenza, area medica, chirurgica, pediatrica e della salute mentale).
- Praticare soluzioni che promuovano la figura del professionista nella realtà quotidiana della persona: l’infermiere a domicilio, l’infermiere di famiglia/comunità, l’infermiere all’interno di plessi scolastici e nelle farmacie dei servizi.
- Riconoscere e valorizzare il ruolo dell’infermiere nell’ambito dell’uso delle tecnologie sanitarie sul territorio, riconoscendo allo stesso un ruolo attivo nell’erogazione di specifiche prestazioni (es. telemedicina, tele monitoraggio, teleconsulto) inserite nei percorsi assistenziali.
- Lavorare sul ruolo proattivo degli infermieri riguardo alle cronicità ed altre situazioni di fragilità, rendendoli anche un anello di integrazione dei percorsi tra ospedale e territorio.
- Laddove presente, superare la logica dei minutaggi assistenziali con un criterio già in uso in altri paesi europei e che definisce un rapporto numerico specifico tra paziente-infermiere (1:6, ovvero un infermiere ogni 6 pazienti)
- Realizzare corsi di formazione che qualifichino e incrementino il rapporto con la persona e che dedichino specifici moduli all’empowerment, all’umanizzazione delle cure, alla relazione e alla comunicazione e in particolar al tema del dolore (L.38/10) in collaborazione con le associazioni di cittadini e pazienti.
- Valorizzare la professione infermieristica riconoscendo le competenze professionali all’interno dell’organizzazione dei servizi sanitari, adeguandone il governo.
- Promuovere il co-design dei servizi sanitari insieme ai cittadini, aprendo una riflessione su come evitare gli “effetti collaterali” della tecnologia applicata al mondo della sanità.
- Pianificare un’operazione di comunicazione pubblica congiunta (es. campagne di informazione nelle piazze) tra Cittadinanzattiva, associazioni di pazienti e FNOPI, organizzando eventi di prossimità allo scopo di far conoscere al cittadino chi è l’infermiere e quando è possibile rivolgersi a lui, per comunicare il valore e le nuove opportunità che la professione offre.
- Prevedere giornate di studio o di approfondimento presso le sedi degli Ordini locali, alla presenza di associazioni di cittadini e pazienti, in modo da facilitare lo scambio di idee e proporre interventi per soddisfare i bisogni specifici delle persone.
A questo link è possibile scaricare il report dell’Osservatorio, il comunicato stampa di sintesi e le 11 proposte.