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Droga, è allarme rosso. Ultimo rapporto di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato: il tossicodipendente finisce abbandonato e spesso in strutture non sicure. Una nuova strategia: l’alleanza tra i Ser.T e medici di famiglia

 

 

Droga, ultimo rapporto. E’ allarme rosso. Aumentano i tossicodipendenti, cresce l’esercito degli insospettabili. E adesso è un insospettabile che spaccia per arrivare alla fine del mese. Ci si droga con tutto, anche con la colla che protegge le corde di violino.

“I Ser.T - dice Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, in un convegno a Roma – non reggono l’urto. E così il tossicodipendente finisce abbandonato a se stesso per strada, o in strutture dove la sicurezza spesso non è garantita. Questa realtà emerge da un nostro rapporto, condotto regione per regione, sulla qualità dei servizi per le tossicodipendenze”. Alla presentazione del Rapporto INSERT avvenuta a Roma, disegnata una nuova strategia: un’alleanza sul territorio tra i Ser.T e i medici di famiglia. A questo proposito sono stati presentati i risultati di un progetto pilota a Pescara, dove l’alleanza tra servizi territoriali e medico di medicina generale si sta rivelando una carta vincente. Un progetto, come è stato detto al Convegno, che dovrebbe essere adottato in tutta Italia.

“Dal Rapporto INSERT - parla Teresa Petrangolini - che ha coinvolto medici di famiglia, Ser.T e tossicodipendenti utenti dei servizi, emerge una fotografia molto preoccupante: le strutture sono spesso fatiscenti e c’è scarsa attenzione alla situazione del paziente. Preoccupa anche una scarsa attenzione ai bisogni degli utenti. A fronte di questo c’è il dato positivo dell’accoglienza giudicata soddisfacente dagli utenti. L’indagine ha rilevato lo scarso coinvolgimento dei medici di famiglia nel percorso terapeutico dei tossicodipendenti, e la difficoltà di inserire gli stessi in una rete di servizi. Il Rapporto non si limita a fotografare la realtà, ma evidenzia due improcrastinabili necessità: dare più fondi ai Ser.T e investire nella collaborazione tra servizi e medici di medicina generale”. Una stretta collaborazione fra Ser.T e medici di famiglia – ha detto Giacomo Milillo, segretario nazionale della FIMMG, è da sempre da noi sostenuta. Ma per essere attuata ha bisogno di interventi mirati, come la formazione e l’incentivazione”. L’azione comune con i medici di famiglia è stata sottolineata dal Presidente della FeDerSerD, Alfio Lucchini, Il punto sulla droga in Italia è stato fatto da Claudio Leonardi, Presidente di FederSerD Lazio, il quale ha detto che “nei Ser.T si curano 180.000 tossicodipendenti, e si stima che il numero dei consumatori di stupefacenti, ovvero non ancora dipendenti ma a rischio, sia tre o quattro volte più grande. C’è un incremento delle cosiddette smart-drugs o droghe furbe, e fra queste le famigerate droghe da stupro”. Protagonista inoltre al convegno è stato un progetto pilota in corso a Pescara, ideato e coordinato da Pietro Fausto D’Egidio, Direttore del Ser.T di Pescara, dove la stretta collaborazione tra medici di famiglia e strutture territoriali d’intesa con le istituzioni, principalmente la Regione, sta portando tangibili risultati sul territorio. L’Assessore alla sanità della Regione Abruzzo, Bernardo Mazzocca, ha inviato un messaggio al convegno in cui conferma la valenza del “progetto Pescara”, mentre i partecipanti al Convegno si sono dichiarati favorevoli a che il Ministero lo adotti come modello in tutte le realtà italiane. Anche alla luce di un notevole successo ottenuto da un analogo progetto in corso a Trieste. Cosa è emerso dall’indagine Nel corso dell’osservazione (63 le strutture osservate) sono stati segnalati segni di fatiscenza alle pareti (34,9%) e rifiuti o altro materiale abbandonato (14,3%), oltre a soffitti o muri ricoperti di ragnatele (12,7%). Nel 42,9% sono assenti la segnaletica per le vie di fuga (42,9%) e la piantina del piano di evacuazione (55,6%), mentre sono stati osservati fili elettrici scoperti (11,1%) e quadri di comando non chiusi a chiave (69,8%). Nel 33,3% dei casi non esiste segnaletica per l’individuazione degli estintori. Ma vediamo alcuni dati rilevati direttamente attraverso i medici di medicina generale (302 medici). Nonostante la maggior parte dei medici coinvolti (65,8%) dichiari che il modello gestionale migliore per gestire il tossicodipendente preveda il ruolo attivo del medico in quanto parte di una rete di servizi, in grado di indirizzare il paziente tossicodipendente al servizio Ser.T più adeguato, la realtà è molto diversa. Gli stessi medici sostengono quanto sia difficile occuparsi dei pazienti tossicodipendenti a causa dello scarso tempo a disposizione (62,6%), della difficoltà di collaborazione con le strutture specialistiche (50,3%) e della propria inadeguata preparazione nel campo della tossicologia (45,7%). A questo bisogna aggiungere le conseguenze del fastidio che darebbe agli altri assistiti la presenza dei tossicodipendenti nel proprio ambulatorio (nel 20,9% dei casi). Sembra che per accrescere la motivazione dei medici servano incentivi, intesi non solo come occasioni di aggiornamento e formazione (nel 64,2% dei casi) e come facilitazioni nell’utilizzo di personale infermieristico in ambulatorio (53,6%), ma anche come incentivi economici (50% dei casi). Così la droga in Italia, dai dati dei Ministeri della Salute e Interno. Nel 2005 sono stati 162.005 gli italiani che si sono rivolti ai Servizi pubblici per le tossicodipendenze: vale a dire che ogni diecimila abitanti, in Italia 27,7 sono tossicodipendenti che hanno chiesto aiuto. Gli utenti dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze sono soprattutto maschi (140.399). L’età media è intorno ai 33 anni, sia per i maschi che per le femmine. Hanno qualche anno in meno i nuovi utenti, 30 anni i maschi e 29 le femmine. La maggior parte dei tossicodipendenti si è rivolta ai 550 Ser.T attivi nella regione: infatti 144.916 tossicodipendenti hanno trovato aiuto nei Ser.T e 17.089 nelle strutture riabilitative del Territorio (1.212). Si tratta comunque di cifre che danno solo parzialmente la fotografia di quanti siano gli utenti dei SERT: infatti su 550 strutture attive ne sono state monitorate nell’indagine del Ministero della Salute solo 483 e, dunque, quei 144.916 utenti non sono che una parte di tutti quelli che, nel 2005, si sono rivolti ai Ser.T

L’EROINA E’ IL NEMICO NUMERO UNO Il nemico numero uno è l’eroina. Ma sono tante le persone che abusano di cocaina e cannabinoidi. Su 100 tossicodipendenti che si sono rivolti ai Servizi pubblici 72,3 fanno uso primario di eroina; 13,2 di cocaina e 9,7 di cannabinoidi. Una nota importante: in Piemonte e in Campania c’è la più alta percentuale di utenti che fanno uso primario di crack (rispettivamente1,5 e 1,2 per cento) contro la media nazionale dello 0,3 per cento.

QUANTA DROGA GIRA IN ITALIA E’ difficile, forse impossibile, quantificare quanta droga possa girare in una città, in una regione. In tutta l’ Italia. Per avere il polso della situazione non resta che affidarsi alle cifre dei sequestri: la punta di un iceberg, comunque molto significativa. La Direzione Centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’Interno nel suo ultimo rapporto (aprile 2007) rende noto che, in Italia, nel 2006 sono stati sequestrati più di 1.325 chili di eroina, 4.624 di cocaina e quasi 19.208 chili di hashish. Sono state, inoltre, sequestrate 95.002 piante di cannabis e 133.424 dosi o compresse di droghe sintetiche e 11.626 di altre droghe. Ogni regione paga il suo tributo alla droga in vite umane. Nel 2006 in Italia i decessi sono stati 516 (136 in meno rispetto all’anno precedente) . La regione che, in numero assoluto conta più morti è il Lazio (106) seguita dalla Campania (82), e dall’Emilia Romagna (45). Ma se si considera il numero dei morti in rapporto agli abitanti la “drammatica classifica” cambia: al primo posto l’Umbria con 2,88 morti per droga ogni centomila abitanti, seguita dal Lazio (2,02) e dalle Marche (1,44).

Redazione Online

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