Cittadinanzattiva su Relazione Ministero su procreazione medicalmente assistita: un sistema da riformulare per garantire accesso alle cure e massima trasparenza
"Il calo del numero di bimbi nati con le tecniche della procreazione assistita, certificato dal Ministero nella Relazione presentata ieri, è un segnale di un sistema che penalizza l'accesso a queste cure, con notevoli differenze di costi e qualità a seconda della regione in cui si risiede, e che in generale offre informazioni scarse e contraddittorie per le coppie che necessitano di queste cure", ad affermalo Tonino Aceti coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. "Inoltre, è confermato che alcune regioni peccano di scarsa trasparenza nell'utilizzo dei fondi; fra queste Lazio, Campania, Sicilia, Molise, Basilicata e Puglia che non hanno trasmesso i dati relativi all'utilizzo dei fondi a loro destinati dal Ministero".
"I dati principali su cui ci soffermiamo sono questi, afferma Maria Paola Costantini, avvocato attivista di Cittadinanzattiva da tempo impegnata a sostegno delle coppie che ricorrono alla PMA: più del 60% delle prestazioni è erogato dal SSN; il 53% dei Centri è privato e concentrato nelle regioni del Centro-Sud, con la situazione paradossale del Molise dove non esiste alcun centro, né pubblico, né privato; in aumento la migrazione interregionale (+25%) che si concentra verso regioni come Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, dove le coppie possono effettuare la fecondazione in strutture pubbliche o convenzionate pagando solo il ticket, e verso il Lazio, che attira soprattutto per la qualità dei centri. Esiste un evidente paradosso: le regioni che non hanno un sistema di erogazione pubblico e convenzionato poi pagano le prestazioni effettuate dai priprio residenti in altri centri convenzionati del Nord, con indifferenza assoluta per le somme erogate che sono ingenti e con controlli quasi nulli. E allora, come ritiene necessario anche il Ministro, vanno attivate tutte le iniziative opportune per garantire alle coppie, e in particolare alle donne, che accedono a queste tecniche, la massima appropriatezza degli interventi offerti insieme alla massima trasparenza delle informazioni disponibili".