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Editoriali

di Alessio Terzi
segretario regionale di Cittadinanzattiva Piemonte

Cittadinanzattiva ha condotto, con il contributo di cento stakeholder, una consultazione sulle forme di partecipazione che ha generato la Matrice per la qualità delle pratiche partecipative in sanità. Nel 2019 sono stati attivati due percorsi regionali (Sicilia e Piemonte) volti a sostenere la progettazione e l’attivazione di percorsi di coinvolgimento della cittadinanza attiva e delle comunità locali. E’ stato individuato un ampio target di stakeholder (associazioni, professionisti, enti locali, ricercatori, dirigenti delle aziende sanitarie) ed è stato selezionato un gruppo di lavoro operativo. Il gruppo ha rilevato una sostanziale omogeneità fra la Matrice e le esperienze internazionali di person centered care in merito all’empowerment dei cittadini e delle comunità locali individuando tre livelli di coinvolgimento: la programmazione dei servizi sanitari; l’organizzazione degli ospedali e dei servizi sanitari territoriali; la realizzazione concreta dei percorsi terapeutici e assistenziali.
Il confronto con l’emergenza del Covid 19 è stato ineludibile: in seguito a un intervento della segreteria regionale, la task force incaricata di rivedere l’assetto dei servizi territoriali ha chiesto a Cittadinanzattiva un contributo sul coinvolgimento dei cittadini.

Per dare una risposta radicata nella realtà sono state condotte varie consultazioni.

In Piemonte sono presenti molte esperienze vincenti, ma mancano policies regionali e aziendali, capaci di mettere a sistema le esperienze e stesse. La debolezza del territorio messa in evidenza dalla pandemia impone, invece di dare alle politiche della partecipazione la necessaria priorità, raccogliendo le raccomandazioni dell’OMS e le indicazioni del Patto per la salute 2019-2021 (Scheda 14 “Strumenti di accesso partecipato e personalizzato del cittadino ai servizi sanitari”).
Il 16 giugno sono state analizzate cinque esperienze vincenti riscontrando un grande valore delle reti comunitarie, capaci di attivare azioni di comunicazione e di sostegno anche in corso di pandemia. Gli esiti positivi verificati permettono già di passare dalle fasi sperimentali ai programmi di messa a regime.

Uno fondamentale supporto può venire dalle Comunità di pratica utilizzate con successo per la redazione del Piano regionale delle Cronicità. Le Comunità soddisfano le quattro dimensioni della Matrice delle pratiche partecipative. Inclusività: sono state un luogo di incontro efficace di tutti gli attori - responsabili dei distretti sanitari e dei consorzi socio assistenziali, professionisti del territorio e delle reti di patologia, enti locali, associazioni e cittadinanza attiva. Grado di potere: non hanno poteri decisionali diretti, ma come libero luogo di confronto producono orientamenti che devono essere presi sul serio, come è avvenuto per il piano delle cronicità e valorizzano le risorse delle comunità locali. Esiti: hanno favorito la realizzazione di azioni e servizi importanti. Rendere conto: sono state in grado di rendicontare analiticamente, il lavoro fatto e gli esiti ottenuti.

Le comunità di pratica propongono la Centralità dei Distretti come luogo strategico per il coordinamento delle attività sanitarie, per i rapporti con il sociale e con le comunità locali e quindi per la ripresa post-COVID. Possono essere attivate sollecitamente per coinvolgere le popolazioni nel ridisegno dell'assistenza territoriale, promuovere una consapevolezza diffusa sui problemi posti dal blocco delle attività e dal recupero del pregresso, sostenere lo sviluppo delle cure domiciliari integrate, ridiscutere il modello delle strutture socio-sanitarie residenziali; rivedere i piani di emergenza per le pandemie.

Queste conclusioni - sottoposte il 1 luglio al vaglio di un panel di esponenti delle aziende sanitarie, dei distretti, dei consorzi socio assistenziali, dell’Anci e degli ordini professionali, con la presenza di Franco Ripa, direttore vicario dell’assessorato e di Alessandro Stecco, presidente della commissione sanità del Consiglio regionali - hanno riscosso un generale consenso: Il gruppo di lavoro, insieme con la segreteria regionale, sta elaborando il documento finale che sarà trasmesso alla task force e alla giunta regionale entro la metà di luglio.

 

Il gruppo di lavoro è composto da: Mauro Bidoni -Vicesegretario regionale di Cittadinanzattiva del Piemonte, Alda Cosola -Responsabile S.S. Promozione della salute Asl TO 3, Roberto Di Monaco - Professore di Sociologia dell'Organizzazione e Leadership-Università Torino, Giulio Fornero - Vicepresidente CIPES (Centro d'Iniziativa per la Promozione della Salute e l'Educazione Sanitaria), Anna Lisa Mandorino –Vice Segretario generale di Cittadinanzattiva Aps, Ginetto Menarello - Docente emerito corso di laurea in infermieristica di Orbassano e Vice Direttore del Master in Infermieristica di famiglia e di comunità dell’Università di Torino, Daniela Mondatore -Direttore della Scuola civica di alta formazione di Cittadinanzattiva Aps, Paola Obbia - Presidente nazionale di AIFeC (Associazione infermieri di famiglia e di comunità), Silvia Pilutti -Prospettive ricerca socio-economica sas -, Salvatore Rao - Presidente dell'associazione "La bottega del possibile", Alessandra Rossi Ghiglione – Director SCT Centre Unito - Università di Torino, Alessio Terzi -Segretario regionale di Cittadinanzattiva del Piemonte, Claudio Tortone - Responsabile Area Assistenza a Piani e Progetti DoRS Regione Piemonte, Ugo Viora – Presidente ANAP (Associazione nazionale psoriasi e malattie dermatologiche croniche) - responsabile coordinamento regionale Associazioni di Malati cronici di Cittadinanzattiva.

 

Redazione Online

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