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Editoriali

Per un anno, l’intera comunità scolastica di Montichiari (una piccola città della provincia di Brescia, con 1.750 studenti, tra cui 42 alunni disabili e 61 con Bisogni educativi speciali, 20 insegnanti e 35 tra bidelli e personale di segreteria) si è confrontata su come ristrutturare i due edifici che compongono l’istituto, recuperando spazi e utilizzando meglio quelli esistenti, per creare un campus sull’esempio di quelli del Nord Europa.
Guidati da un team composto da due architetti e una pedagogista, i workshop che si sono succeduti negli scorsi mesi hanno visto tutti i protagonisti della scuola impegnati nel ripensare gli spazi per rendere l’istituto «un luogo di benessere, accogliente per tutti», hanno sottolineato gli esperti.

L'importante era innanzitutto «ascoltare» i ragazzi. Che, essenzialmente, hanno chiesto «più spazi per studiare insieme», «aule innovative e colorate dove la voglia di studiare possa aumentare» e la sistemazione degli spazi verdi per «tenere lezioni all’aperto ». In tre parole, gli alunni del “Don Milani” sognano una «scuola come casa ». Un luogo dove «sentirsi bene per studiare meglio». 

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Aurora Avenoso

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