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Editoriali

Cosa sta succedendo al Servizio sanitario del nostro Paese? Siamo davvero vicini al crac per cui molti lanciano l’allarme in queste settimane durante le quali, mai come prima, si è ripreso a parlare di cure mancate, di persone che si affannano alla ricerca di un posto letto, di pronto soccorso affollati con pochi medici e attese che si allungano, di una spesa privata per curarsi che aumenta di pari passo con la povertà?  
Come in una macchina del tempo sembra di essere tornati indietro di decenni fino ai primi anni ’80, quando molti ospedali italiani erano disorganizzati e poco sicuri e le persone ricoverate venivano spesso trattate come numeri; anni però pieni di fermento e di campagne per i diritti, anni in cui crebbe l’attivismo civico per la tutela delle persone malate e si diede vita - sulla scia dell'esperienza internazionale del Tribunale Russel - al nostro Tribunale per i diritti del malato. Perché quando una persona si ammala avviene un processo di spersonalizzazione, la persona si ritrova in un ruolo di quasi totale subordinazione e passività e diventa impossibile esercitare pienamente i propri diritti (da L’uomo negato, di G. Quaranta, 1984).

“Abbiamo un sogno. Trasformare gli ospedali italiani in ospedali” era il titolo di una famosa campagna di Cittadinanzattiva dei primi anni ’90 con la quale volevamo affermare che sì gli ospedali non sarebbero stati mai un luogo di villeggiatura, ma non potevano continuare ad essere, come spesso accadeva, un luogo da incubo. I toni erano forti, ma comprensibili se pensiamo alla posta in gioco, oggi come allora: dignità della persona, relazione umana, ascolto, qualità dell’assistenza, diritto di scelta consapevole basata su informazioni chiare e trasparenti, un consenso informato vero, riduzione del dolore, presenza dei familiari, attenzione ai fragili, agli anziani e ai bambini e rispetto per la morte in ospedale.

Leggi l'intervento di Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva, per il nostro blog ospitato dall'Huffington Post.

Francesca Moccia

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