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Editoriali

Anche quest’anno, a Bruxelles, si è celebrato l’evento finale della Giornata Europea dei diritti del malato. Due giorni di Conferenza, il 15 e 16 maggio scorsi, dedicati a discutere del ruolo attivo degli anziani per costruire un nuovo welfare, più sostenibile e più umano. Circa 130 persone, appartenenti ad associazioni e gruppi della rete europea di Cittadinanzattiva, Active citizenship network, si sono confrontati presentando esperienze e pratiche di attivismo civico nel campo della salute e dell’assistenza per la terza età.

I lavori sono stati introdotti dalla presentazione di un Rapporto sull’invecchiamento attivo in pratica, con la presentazione di 40 esperienze di buone pratiche realizzate in 18 differenti paesi europei. Sicuramente, una notevole spinta a costruire una policy incentrata sulla valorizzazione degli anziani viene dall’Europa, che ha dichiarato il 2012 Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e del dialogo tra le generazioni. Infatti Paola Testori Coggi, direttore della DG Sanco (salute e consumatori), ha partecipato ai lavori (guarda l'intervista sul nostro canale youtube) sottolineando l’impegno dell’Unione a lavorare per un aumento di consapevolezza circa il valore dell’invecchiamento attivo, per diffondere le buone pratiche in atto e per sviluppare soluzioni innovative e programmi a lungo termine con il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile.

Un tema quindi fortemente dibattuto, soprattutto al livello europeo, anche nel quadro della strategia Europa 2020 volta a “sollevare” le economie europee, con particolare attenzione ad una crescita inclusiva capace di coinvolgere i cittadini organizzati e i singoli individui.

Il rischio di questo dibattito è quello dell’astrattezza. Queste strategie e questi slogan potrebbero rimanere parole vuote senza una presenza effettiva di cittadini anziani attivi e senza la loro esperienza. Per questo la Conferenza ha avuto al suo centro la presentazione di 10 delle buone pratiche raccolte, con la presenza dei protagonisti. Hanno parlato i protagonisti della Contea del Dorset in Gran Bretagna, che sono riusciti a costruire programmi e attività molteplici, incentrati tutti sulla base dell’ascolto degli anziani. Ha colpito tutti la fantasia dell’esperienza di “Sing for your life” (www.singforyourlife.co.uk) che ha costruito un programma sull’invecchiamento attivo puntando sulla musica, o quanto stanno facendo le numerose associazioni sull’Alzheimer di diversi paesi, forse le più impegnate in programmi di invecchiamento attivo. In alcuni casi, come nel Comune di Carpi in Italia e la Fondazione spagnola sull’educazione, la salute e la società, gli anziani, potremmo dire “empowerizzati, diventano i protagonisti diretti di azioni di aiuto a tutta la comunità.

In realtà i due giorni sono stati anche una occasione per riflettere assieme sui tratti comuni e le strategie vincenti di un nuovo modello di welfare che punti sulla partecipazione dei cittadini, anziani e non, proprio a partire dalle esperienze realizzate. Forse il tratto distintivo più forte presente in tutte le buone pratiche raccolte (clicca qui per scaricare il report)  è l’approccio multistakeholder e la costruzione di partnership: non c’è progetto che non sia nato dalla collaborazione tra più soggetti, dalle associazioni ai comuni, dai soggetti professionali al mondo del terzo settore. E questo tende a diventare un elemento indispensabile per costruire politiche innovative di welfare, con meno burocrazia, meno steccati, meno pregiudizio e grande spirito di accoglienza e di ascolto di tutte le istanze del territorio.

Da queste riflessioni sono nate ben 13 raccomandazioni che ACN e le associazioni presenti diffonderanno nel corso dell’anno (clicca qui per leggere la prima stesura). Molte di queste riguardano i governi nazionali, perché se l’Europa è sensibile a questi temi e le comunità locali sono il punto di riferimento più forte di tale politica, sono gli Stati Europei ad essere assenti, troppo attenti a realizzare politiche di tagli e di sacrifici, senza alcuna attenzione al nuovo e alle politiche sociali e sanitarie sostenibili che emergono dalle esperienze dei cittadini organizzati.

L’ Italia, dove la crescita è ancora solo una parola, avrebbe molto da imparare da questo modo nuovo di costruire i servizi del futuro e da questa idea di considerare gli anziani non solo come il frutto di un “disastro demografico” ma come utenti forti e capaci di partecipare alla costruzione di un welfare più inclusivo e più sostenibile.

Teresa Petrangolini, Segretario generale di Cittadinanzattiva e Direttore di Active Citizenship Network

Redazione Online

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