“Siamo cittadini che amano il loro paese. Vogliamo spenderci perché tutti, e soprattutto i giovani, guardino al futuro come allo spazio per un nuovo sviluppo umano, liberato dalle difficoltà evitabili della vita quotidiana e dalla sofferenza inutile. Vogliamo partecipare alla ripresa del paese, smettere di sentirci isolati dalla politica e contribuire alla scelta, al posto dell’attuale partitocrazia invasiva, di una classe dirigente competente e generosa”.
Con queste parole si apre il Manifesto della cittadinanza attiva per una nuova classe dirigente, che, ponendo in primo piano già nel 2006 la questione dell’invadenza dei partiti e la necessità per i politici di un sostanziale passo indietro, raccoglieva alcune proposte di Cittadinanzattiva per un futuro rinnovato.
Oggi che le vicende che hanno coinvolto l’onorevole Mastella e molti esponenti del suo partito - al di là della loro rilevanza giudiziaria sulla quale si deciderà, come è ovvio, nei processi - rivelano senza possibilità di smentita l’esistenza di una classe politica arrogante e famelica, sento il bisogno di lasciare questo spazio alla voce di chi, nella stessa realtà territoriale nel quale si sono svolti i fatti contestati, ogni giorno quei fatti li osserva e li subisce..
Teresa Petrangolini
Segretario generale di Cittadinanzattiva
La vicenda giudiziaria che in questi giorni vede coinvolto l’On. Clemente Mastella e gran parte degli esponenti del suo partito, al di là degli aspetti procedurali e prescindendo dall’esprimere alcun giudizio circa le responsabilità penali di ogni indagato, ha un grande merito: quello di aver finalmente permesso alla casta di svelare ai cittadini che le nomine in sanità sono prerogativa esclusiva dei partiti.
L’intero arco Costituzionale ha confermato una logica di spartizione politica e di potere nella scelta dei primari e dei direttori generali, sanitari e amministrativi delle Asl e degli Ospedali. Così fan tutti è stato il coro unanime.
Come Associazione costituita al fine di tutelare i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi ospedalieri ed assistenziali, riteniamo che sia un’anomalia tutta italiana quella di nominare i manager della sanità in base al loro credo ideologico o in base alla loro fedeltà ad un partito. Una stortura che per altro non produce, tranne in casi eccezionali, alcun beneficio per i cittadini. La politica deve fare un passo indietro sulla sanità e, se vuole recuperare un minimo di credibilità tra i cittadini, impegnarsi a costruire regole che finalmente cancellino la parola “nomina” per sostituirla con le parole “selezione attraverso concorsi pubblici e trasparenti”. Il cittadino ha il diritto di sapere che il primario che lo sta operando ricopre quella carica perché capace, responsabile e preparato e non raccomandato.
Il merito deve diventare il primo e unico metodo di giudizio, altrimenti la nostra sanità soffrirà sempre di mediocrità e di inefficienza.
Paolo Miggiano
Coordinatore Assemblea di Cittadinanzattiva Caserta